VENEZIA E L'INVASIONE CONTROLLATA ALBANESE NEL 1479


Venezia e "l'invasione controllata" albanese del 1479.


Di Ecce Leo

Devo dire che sono un po' impegnato ma... ogni tanto qualche amico mi smuove dal mio "torpore", dovrei dire da altri impegni, e mi da il "là" per nuove ricerche.

Verso le fine del 1478 M.V. (25 gennaio) si concludeva, con la firma del trattato di pace di Costantinopoli, la prima guerra veneziana /turca del 1463/1479. Con questa guerra venezia perdeva i possedimenti dell'Eubea, della Morea e di una parte dell'Albania veneta, compensate dall'acquisto del regno di Cipro.

Ma  vediamo insieme i fatti: durava da oltre un anno l'assedio della fortezza veneziana di Croja (ora Kruja sempre in albania) quando stretta più dalla fame che dalle armi la fortezza si arrese al turco, il quale come sempre non mantenne i patti della capitolazione, mettendo in catene i ricchi e massacrando gli altri.
Dopo di che il Turco si diresse verso la fortezza di Scutari, al cui comando si trovava il Capitano antonio Loredan  e il proveditor Tomaso Malipiero, e a questii fu subito intimato la resa. alla ideterminata negazione fu subito posto l'assedio bloccando subito i canali di rifornimento. 

Diecimila cammelli trasportarono l'artiglieria, le munizioni da fuoco e da bocca (le cibarie) per il numerosissimo esercito ottomano. I cannoni, di notevole grandezza erano lenti nel essere caricati, ma i loro colpi erano micidiali e spaventosi, le palle di questi pesavano all'incirca 1300 libre (circa 361kg). il bombardamento ricominciò con bombe incendiarie e a mitraglia. una volta disintegrate le mura lo stesso sultano Mohammed dette, il 22 luglio, ordine per un grande assalto. ma... le campane suonarono a martello e tutti gli uomini, le donne e i giovani accorsero sulla breccia incoraggiati nella difesa dal capitano Antonio de Lezze e dal frate domenicano Bortolomeo d'Epiro che in "nome della patria, della religione e dell'amore per la famiglia" incitava alla difesa.

i turchi, dopo aver superato le trincee salirono sulle mura, già piantavano le loro bandiere quando furono respinti con grande sacrificio di vite umane. ripresero i bombardamenti e subito dopo un nuovo assalto le bandiere dell'islam tornarono a sventolare su quello che oramai era un ammasso di rovine... ma un nuovo contrattacco, fatto da giovani leoni ricacciò il nemico, e atterrate atterrate le insegne turche fu innalzata la bandiera di San Marco. scese la notte e alle luci dell'alba; l'ennesimo assalto fu condotto e rinnovato per tutto i giorno con esiti incerti. alla fine il sultano tanco di queste alterne fortune decise di far sparare tutti assieme i sui cannoni sulla mischia senza badare se colpiva gli assedianti o gli assediati. fu un grave errore perchè alla fine decimò quasi esclusivamente le sue truppe.

Fu cosi che i turchi con l'esercito decimato decisero di sospendere gli assalti e di temporeggiare al fine di prendere la fortezza per fame. ma prima della resa arrivo la diplomazia e alla fine Scutari fu ceduta al turco con la condizione che il trasportabile fosse lasciato partire, e fosse lasciato il libero passaggio sia per gli abitanti che per i soldati. 
E' da precisare che allora l'enclave di Scutari era tutta cristiana per cui il senato veneziano i aveva scritto a Antonio da Lezze, capitano a Scutari, le sue disposizioni: 
Abbiamo convenuto che ciascun cittadino sia libero di rimanere in casa sua oppure di venire da noi, nelle nostre terre, per vivere sotto l’ombra nostra. Per quelli che decideranno di restare non mancherà comunque la nostra riconoscenza e il nostro amore e sempre li avremo per carissimi. Tutti quelli che vorranno partire e venirsene da noi, saranno da noi recolti, favoriti e accomodati con particolare carità e benignità e sempre li proteggeremo, affinché le loro famiglie possano vivere sotto la nostra protezione come ha meritato la sua fede e constantia. Quanto rimanesse di vettovaglie, prima della consegna della città ai turchi, dovranno essere distribuite fra quelli nostri fedelissimi sudditi che volessero rimaner.

Ai cittadini albanesi di Scutari e di Drivasto nonchè dei borghi vicini che scegliessero di non restare sotto il dominio turco, Venezia dava quindi la possibilità di partire per trasferirsi sotto la protezione delle ali del leone di San Marco. 
Fu in conseguenza di questo episodio che si registrò il massimo di emigrazione albanese verso Venezia. gli uomini abili furono tutti registrati e secondo il loro lavoro furono distribuiti sia nel dogado che nella dominante. 
Alle vedove e agli orfani venne corrisposto un assegno mensile, che cessava una volta raggiunta la maggiore età. i registro dei profughi veniva aggiornato ogni 5 anni al fine di non aver perdite nell'erario. Insomma Venezia fu sempre una città aperta al "foresto", ma con la testa sulle spalle, cosa che oggidì manca ai nostri governanti...

nelle foto, una copia del lapideo presente nella chiesa di San Maurizio a Venezia, soldati venezianoo a Scutari, rampa d'accesso al castello.

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