CAPORETTO VISTA DA UN BERSAGLIERE. IL DISASTRO IMMANE.




24 ottobre 1917: Caporetto

da  Il blog di un bersagliere  < i diari di guerra 1915-1918 di Flavio Petrassi >
 

Il tempo è nebbioso e cade un’acquarella fina ma che non disturba.
Alle ore 2 del mattino il nemico apre un fuoco infernale contro le nostre posizioni e retrovie. Il fuoco è per lo più gas asfissiante di potenza terribile, quadrupedi ed uomini muoiono asfissiati mentre agli altri resta difficile la respirazione. Questo è il principio della grande offensiva nemica.
Data l’impossibilità in assoluto di resistere al grande fuoco ed alle masse nemiche che attaccano, abbiamo ordine di iniziare la ritirata. Per le poche strade, la grande quantità di carri, quadrupedi e uomini che cercano di mettersi in salvo, è quasi impossibile transitare.
Il nemico è alle nostre calcagna e noi a stento possiamo andare via. I ponti saltano e bruciano, i feriti sanguinolenti cercano soccorso, la confusione è indicibile.
Passiamo a Caporetto che viene presto abbandonata e continuiamo verso Cividale sempre con confusione crescente perché la ritirata è fatta da tutto il 4° Corpo d’Armata. Arriviamo a Cividale nella notte e prendiamo posto all’aperto. Gran parte del materiale è stato abbandonato al nemico il quale ha potuto fare bottino anche di prigionieri.
Il mio reggimento è stato soffocato dopo accanita lotta e soli superstiti siamo circa 200 uomini con quasi tutti i quadrupedi e parte delle carrette, altri reggimenti del Corpo d’Armata sono stati annientati.
Descrivere con precisione e larghezza ogni fase dell’avanzata nemica e della nostra ritirata è cosa impossibile a chi come me, testimone, ha provato quelle emozioni.

Equipaggiamenti italiani abbandonati nella ritirata

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