ANCORA SUL VESSILLO MARCIANO CON LE CODE
gonfalon dogale del sec XVII |
Ho ripescato un vecchio saggio di uno studioso, Aldo Zigiotto, ben documentato, in cui si precisa che il gonfalone marciano con le code era prerogativa del Doge, ovvero simbolo dello Stato veneto. E inoltre le bandiere comparivano a volte con quattro, con cinque, o con sei code. Non cita, l'autore, alcuna normativa in merito sul numero e quindi resta dubbia qualsiasi spiegazione. Rassegnamoci.
Lui interpellò (l'articolo lo pubblicammo nel '97, con gli Armigeri del Piave, associazione di "terroristi" (così certe persone ci vedevano dati gli interessi :D ) che si occupava di armi antiche e moderne, in occasione del bicentenario della fine della Repubblica) lui interpellò, dicevo, il vecchio direttore del Museo Storico Navale di Venezia, che gli precisò alcune cose.
Riporto il pezzetto. Il saggio è di molte pagine ed è introvabile. Ma merita la lettura.
"Nelle numerose varianti il leone reggeva a volte una spada, a volte una Croce, a volte il Libro aperto o chiuso, a volte un'arma gentilizia. Osservando l'evolversi e il migliorare del disegno sulle monete, diremmo che il leone marciano con tutti gli attributi che conoscamo fu compiuto come forma nella seconda metà del '400.
Notevole la raffigurazione che ne dà Gentile Bellini nella processione in piazza san Marco del 1496 sui pennoni della piazza è ben visibile il vessillo purporeo riccamente ornato d'oro ed ampiamente codato.
Il sig. G.B. Robin de Cervin, Conservatore, purtroppo scomparso del Museo Storico Navale di Venezia, in una cortese precisazione al riguardo in litteris mi scrisse: è opinione comune che l'insegna nazionale veneziana fosse di forma rettangolare e terminasse con quattro e più code. Ciò non corrisponde al vero in quanto che se uno stendardo siffatto esisteva (e se ne conservano alcuni esemplari al Civico Museo Correr) questo era unicamente riservato al Doge e alla sua Signoria.
I dipinti degli antichi maestri talvolta mostrano che le bandiere di questo tipo venivano issate sui tre pennoni di piazza San Marco ed ai due lati della chiesa, ma ciò si spiega col fatto che la piazza stessa rientrava nell'ambito dogale, mentre la chiesa altro on era che la cappella del Principe.
I PRIMI VESSILLI nei moaici marciani sulla fortezza di Chio |
Un esempio di vessillo a sei code, conservato al Museo Correr appartenne alla galeazza del Doge Domenico Contarini (1659-75) misura mt 6,50, comprese le code di mt 2,50.
-nel medesimo museo si trova la bandiera del penultimo Bucintoro di fattura alquanto diversa: infatti ha cinque code soltanto, invece della fortezza vi è rappresentato un monterozzo cimato con la croce sul Libro porta scritto: in hos signo vinces, invece del consueto motto.
Possiamo quindi considerare la bandiera codata quale bandiera dogale ed essa veniva issata soltanto su navi che rappresentavano ufficialmente la Serenissima. Si veda al proposito il quadro di Andrea Vicentino, a palazzo ducale, raffigurante la battaglia di Lepanto, ove si vede la bandera capitana del doge (ma lo divenne dopo, comunque ndR ) che porta a poppa il vessillo a quattro code.
rifacimento moderno per il comune di Valstagna |
Raffigurazioni della battaglia si trovano numerose, e va rilevato che le navi veneziane sono assai spesso contraddistinte dal gonfalone del vecchio tipo, bianco con il leone rosso. Tali navi probabilmente non appartenevano allo stato." Qui finisce il contributo di Zigiotto.
Concludendo: mi sento di affermare che il Dogado inviava la bandiera caudata standard in ogni città dello stato per il palazzo dei Rettori o similia, dove era rappresentato il potere centrale. Ogni città poi aveva il suo vessillo col Leone, ma privo delle code, come sembrano testimonire stampe antiche e anche i vessilli delle comunità cadorine. Peccato che queste bandiere siano andate tutte perse.
Brano tratto da Cambrai a Campoformido edito dal Circolo Armigeri del Piave nel 1997. Io c'ero.. :)
Bellissima immagine di Piazza San Marco del 1496, fotografia dell'epoca!
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