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Visualizzazione dei post da luglio, 2018

I PASSIVI VENEZIANI E L'INVASORE FRANCESE. UNA LEGGENDA.

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Infangare gratuitamente un popolo, una volta occupato militarmente: è necessario per chi subentra poi, negli anni e nei secoli seguenti al posto del legittimo sovrano.  Bisogna che quella Nazione, OCCUPATA contro il suo volere,  abbia dimostrato  la sua inconsistenza, sminuendo  o celando gli atti di  ribellione ,  propagando nella narrazione storica, una sua presunta passività all'occupante.  Meglio poi se ad apparire come infingardi sono i veneziani stessi, gli antichi “dominanti” di uno stato che fu sempre felice delle dolcissime “catene”; catene che in realtà erano a difesa delle libertà di ognuno. Fin dal maggio 1797, vi fu una sommossa, la gente assieme agli schiavoni fu presa a mitragliate dagli sgherri della municipalità sul ponte di Rialto, e così protetti dalle baionette innestate della truppa francese, i giacobini nostrani presero il potere. Ma il malcontento era diffuso, montante, fino a che si arrivò a luglio, il giorno in cui, dopo vari tentativi, si riuscì

I NEMICI DELLA CIVILTA' CRISTIANA, di MARCELLO VENEZIANI

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La civiltà cristiana ha oggi tre nemici: l’invasione islamica, il materialismo ateo e la chiesa di Bergoglio. In modi e gradi differenti stanno sradicando dalla nostra vita il seme della cristianità, il legame coi suoi simboli, con la sua fede e la sua tradizione. Detestano ogni tentativo di dare visibilità e centralità al messaggio cristiano, non sopportano il crocifisso nei luoghi pubblici, s’indignano se qualcuno si pone il problema di salvaguardare il suo spazio vitale, le sue città, i suoi riti e le sue liturgie. I primi vogliono sostituire una religione che avvertono declinante con la loro e sottomettere la cristianità all’Islam. Il secondo vuol cancellare ogni traccia di spiritualità e di presenza religiosa dall’orizzonte pubblico per ridurre l’uomo alle sue voglie e al suo egoismo. La terza vuole ridurre la civiltà cristiana a luogo d’accoglienza, corridoio umanitario, fino a perdere ogni traccia vivente di cristianità. Il primo viene dal basso, dal sud del mondo, dai ba

LA "SPECIES VENETA" SECONDO MASSIMO PALLOTTINO

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Un grande studioso dell'Italia preromana definisce le peculiarità del popolo veneto che abita da tempo immemorabile il nord est dell'Italia. E ci dice che i Veneti sono tra  i popoli meglio caratterizzati nell'Italia preromana. Anche se... Una caratterizzazione etnico-culturale ben definita –tra le meglio definite di tutte le compagni regionali dell’Italia preromana – s’incontra nel Veneto dove, dalla già specializzata facies locale “protovillanoviana” nasce all’inizio dell’età del ferro (IX_VIII secolo) la civiltà che chiamiamo “paleoveneta” o “atestina” …La sorprenden te continuità di questo fenomeno fino ad età storica molto avnzata ci assicura che esso rappresenta l’ethos dei Veneti nei loro confini tra il fiume Adige, le Alpi e l’Istria. Prevale il costume della cremazione dei morti; si afferma una tipica produzione del bronzo laminato decorato a sbalzo (la cosidetta “arte delle situle”; nel suo relativo isolamento questo mondo presenta tuttavia notevoli contat

VENEZIA ORGOGLIOSA DI ESSERE ITALIANA

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Pungente articolo di Ettore Beggiato di qualche tempo fa, a proposito di una mostra curata a Venezia da un prestigioso istituto che dovrebbe mantenere la memoria "serenissima" della città. In realtà Venezia, con l'annessione, iniziò la fase finale della sua agonia, che si sta chiudendo ora, con la morte del suo tessuto sociale di città vera. "Fino a quando, dopo il 1866, la storia veneziana non sarà più -serenissima- ma orgogliosamente, definitivamente, italiana e cittadina." sic ! Ettore Beggiato E' in corso nella prestigiosa sede dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia, a Palazzo Franchetti all'Accademia, una mostra che celebra il secondo centenario dalla fondazione dell'Archivio di Stato di Venezia, istituito con il nome di Archivio Generale Veneto dall'imperatore d'Austria Francesco I con sovrano rescritto del 13 dicembre 1815. . . Da allora, ininterrottamente, l'Archivio svolge la funzione di conser

ESSER SECO INCANDìO, un modo di dire e IL SEGRETO DEL BISCOTTO

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Dalla pagina "Venezia a tavola" la spiegazion de na maniera de dire de la lengua veneta, partia da la Capital nostra. Non soltanto ogni ricetta ma anche ogni modo di dire veneziano porta con sé anche un pezzetto di storia. Per esempio, i veneziani sanno che  dire a una persona “ti xé seco incandìo!” vuole dire “ti vedo smagrito, un poco patito”. Ma, come mai? In questo caso dobbiamo fare un salto indietro di oltre 350 anni e immaginarci cosa potesse essere stato l'assedio di Candia (l’attuale Creta) durante la lunga Guerra combattuta tra Venezia e l’Impero Ottomano.  Siamo alla metà del ‘600 e Candia era controllata dalla Serenissima, per questo motivo subì un estenuante assedio, forse il più lungo della storia, durato oltre 22 anni, dal 1647 al 1669, ma terminato con la conquista turca. Il 5 settembre 1669, dopo 29.000 caduti tra i difensori e 108.000 tra gli assedianti, il Capitano Generale da Màr Francesco Morosini, comandante delle forze veneziane, firma

LA MEZZALUNA E LA STELLA DELL'ISLAM, RUBATE Ai CRISTIANI

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la basilica di Costantinopoli ora Instambul trasformata in museo Tutti sappiamo. o crediamo di sapere, che il simbolo di eccellenza dell'islam è la mezzaluna crescente, accompagnato da una stella a cinque punte... Ma lo è sempre stato? E sopratutto, quale fu l'origine di quello che è diventato nei secoli un simbolo di un mondo che vuole contrapporsi all'Occidente? Se mi seguite resterete quanto meno sorpresi. Partiamo innanzitutto dalla lettura che ne dà il mondo arabo: l'interno della ex basilica bizantina di Costantinopoli "La mezza luna che sarebbe la nuova luna crescente significa la luce che illumina le oscurita'. la luce divina che illumina e cancella l'oscurita' di ogni tipo come quella dell'ignoranza e della miscredenza.  e poi nel mondo islamico e' presa la luna come il punto di riferimento per fare il calendario.  inoltre i turchi e gli arabi assegnano un numero a ogni lettera. La somma dei numeri di una parola deter

LA MADONNA CHE SCHIACCIA LA MEZZALUNA, CHE IMBARAZZO

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Lepanto.. ma non solo. Reitia e Giunone. Cagliari In qualche chiesa ancora si trova l'immagine della Madonna che schiaccia la mezzaluna. Mezzaluna e a volte anche un serpente. Per la platea dei fedeli di un tempo il serpente era il Male accompagnato dal simbolo dell'islam che a Lepanto fu fermato. Non a caso il papa di allora raccomandò la flotta europea (più della metà era veneta) alla Madonna del Rosario. Oggi, per il clero cattolico moderno, una rappresentazione imbarazzante, immagino.  In piazza del Carmine a Cagliari, una bella statua... a rischio di attentato. Vedi foto. Riguardo alla rappresentazione della Madonna con la mezza luna ai suoi piedi, ci siamo arrivati riferendoci a quanto scritto nell'Apocalisse: E' la figura che il mondo cattolico ne dà nell'Apocalisse, capitolo 12:1-2: "Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e

I CADUTI IN GUERRA? PERCHE' SPRECARLI? FACCIAMONE CONCIME e guadagnamoci

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Tra le tante nefandezze della Grande Guerra una fu talmente grossa che un velo pietoso, un oblio omertoso, cadde sulla vicenda, ma noi una volta letta e controllate le fonti, la riproponiamo ogni tanto. Si tratta del commercio  (sottolineo) delle ossa dei Caduti, che divennero anche concime "per fecondare" il suolo italico, come amavano dire certi figuri per altre circostanze. Certo furono dei farabutti ma alcuni indossavano l'uniforme, ed è una cosa vomitevole. Logicamente tutto fu insabbiato e non se ne parlò più. Amo questo paese. Dove ne trovi uno uguale? (E' sarcasmo, per quelli che non ci arrivassero!). Di Bruno Pederoda "Mentre ogni paese si mobilitava per innalzare un monumento ai propri caduti, - degli operai raccoglievano dagli altipiani, dal Carso, le ossa dei Caduti per lo sfruttamento industriale della fabbricazione dei fosfati - "  (1) E quando f u finalmente posto termine alla profanazione, ecco lo sfruttamento cambiare tipo e d

LA MAGIA DI VERONA COLLEGATA DALLA FONDAZIONE AI CICLI SOLARI

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Gli antichi, Veneti o Romani che fossero, erano in stretto contatto con le forze della natura, e ad esse si collegavano attraverso gli Dei che le rappresentavano.  Se fondavano una città (o la rifondavano, nel caso veronese) i riferimenti alla Natura, al Divino, al ciclo solare, li possiamo ritrovare nella forma e nel posizionamento dei principali luoghi di culto. E' una lettura che vale per la magica Verona romana, che si sovrappose a quella celto veneta. Ci spiega lo studioso Pellini nel suo saggio sul'elmo di Oppeano, che la pianta della città richiamava  un casone a forma cilindrica, ma anche un cappello sacro con una base e contenuto terreni e un vertice collegato al cielo. Proprio la forma riprodotta dall'elmo di Oppeano, copricapo di un gran sacerdote (non certo di un semplice guerriero). Affascinante la sua introduzione al saggio di una altro specialista sul tema veronese che qui ripropongo. L'introduzione al testo. IL PIANO DI FONDAZIONE DI VERONA ROM

1917 SEGUSINO. LA CHIESA DIVENTA BORDELLO. I FIGLI DELLE VIOLENZE.

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- Mentre il governo ci delizia gli animi con le frecce tricolori su Venezia (per ribadire che è cosa loro, immagino, dopo averla annientata con politiche dissennate) e le cittadine della pedemontana sono coperte da bandierine tricolori, è bene ricordare quanto i veneti pagarono per la politica italiana di aggressione all'Austria, specie nel 1917, con lo sfondamento di Caporetto.  Un tributo terribile che fu anche a carico delle donne venete, brutalizzate e a Segusino, rinchiuse nella chiesa, diventata postribolo. Dalle memorie di don Giovanni Simionato leggiamo: "Rapito un buon numero di ragazze con la violenza, vennero (orribile a dirsi) chiuse nella grande chiesa parrocchiale e questa orribilmente profanata, prché da un sacro tempio, ridotta a scandaloso ritrovo di turpi piaceri". Dopo la guerra, i figli degli stupri, o comunque dei rapporti con i soldati occupanti rischiavano, innocenti, di esser considerati solo un fardello ingombrante. Di essi si occupò don Ce

1919: UNA PERLA SULLA BUROCRAZIA ITALIOTA E I DANNI DI GUERRA

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I Veneti si trovarono, con la rotta del 1917, a dover subire l'oltraggio di ben due eserciti. Uno certamente fu quello austro ungarico (violenze, stupri, devastazioni) ma prima ANCHE l'esercito degli sbandati formato dalla truppa italiana in ritirata, non fu da meno. Ma oltre al danno, la beffa tragica: a Roma pensarono bene di aprire una sezione apposita, teoricamente per sveltire le pratiche, ma leggete bene cosa successe.  -Le perdite subite dalla popolazione in seguito a comportamenti diciamo così 'scorretti' dei nostri soldati erano state ingentissime dopo la rotta di Caporetto.. Finita la guerra, era uscito un decreto, nel nov. del '18, sull'indennizzo dei danni di guerra in generale, dal quale però era stata stralciata la parte relativa ai danni riguardanti il nostro esercito (..) Fu contemporaneamente diffusa la voce che, in forza dello stralcio, il pagamento sarebbe risultato immediato, sicché "migliaia e migliaia di danneggiati, lusingati d

IL VENETO E UN DEBITO MAI PAGATO DALL'ITALIA

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Oggi vi parlo  di quanto è successo da noi, con la guerra in casa nella prima guerra mondiale, e i disastri immani conseguenti. Con l'euforia della "vittoria" Roma capitale e il resto degli italiani, ottenebrati da una stampa di regime, che spacciava un'immagine falsa della nostra terra, ignorandone i problemi enormi irrisolti, si auto convinsero che il problema Veneto non esisteva. Ecco quanto scrisse la Gazzetta Trevigiana in risposta alle menzogne del corrispondente del "Popolo Romano" l'11 settembre 1919, che dipingeva un paesaggio idilliaco.  Meditate Veneti, meditate.  Il fascismo mise poi la pietra tombale sui nostri problemi.  "Noi Veneti siamo forse un po' particolaristici, e forse per tradizione storica siamo un po' abituati alla nostra caratteristica regionale, cominciamo a credere di essere stati dimenticati dal resto dell'Italia, dimenticati dagli Italiani.  Dalla guerra che ha sconquassato il Veneto, si r

IL DIO MITHRA A PADOVA, NELLA CHIESA DI SANTA SOFIA

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IL DIO SOSIA DI GESU' CRISTO e i misteri di una antichissima chiesa padovana. all'interno della chiesa, un matrimonio in una cornice fantastica Un culto arrivato dall'Oriente e che si diffuse nella Roma imperiale. Con riti che saranno poi assorbiti dal cristianesimo: dal battesimo alla comunione alla stretta di mano. A venerarlo furono intere legioni di soldati, ai quali prometteva la vita eterna. Ma alla fine i fedeli vennero perseguitati e le loro cripte sepolte sotto le chiese cristiane. . il dio Mithra con un copricapo che rimanda al corno dogal  . Fosse un esame sarebbe una trappola : "Qual è il dio che, nato in una grotta d'Oriente, muore a 33 anni, ascende al cielo per risorgere a vita eterna, creando un culto che si diffonderà nella Roma imperiale?". dio della luce, simbolo di rinascita Uno che fa? Spara sicuro: "Gesù Cristo!".  E sbaglia! Si tratta invece di MITHRA. Mithra era già nato almeno da 14 secoli. In