SGARBEA, GANASSA, SARDEA, l'uso dei soprannomi in Veneto



A dire il vero molti dei cognomi di oggi sono nati da soprannomi: ma i soprannomi diventano una necessità quando pochi cognomi sono onnipresenti in realtà sociali ristrette. Gianna Marcato, studiosa dell'ateneo patavino, cita l'esempio di Chioggia (Ciosa) dove cercare un Boscolo nell'elenco e come cercare un ago in un pagliaio. Per questo, credo sia un esempio raro, i soprannomi sono finiti persino nell'elenco telefonico.

Ecco che Angelo Boscolo diventa Bacchetto, oppure Camilletto, o Angelo Mezzopan, Angelo Sassariolo, Angelo Schilla, Angelo Bielo, Angelo Caporale, Angelo Cappon. 
Oltre ai numerosi Chio, Ceggion, Segion, Anzoleto, Natta, Zemelo, Bocca, Meo, troviamo anche Riccardo Momolina,Vittorino Papo, Tranquillo Cucco, Sante Palo, Graziano Bomba, Tullia detta Contadin, Maria Spiga e un esilarante Eredi Boscolo Sparissi Ceggion.

Ma in tutto il Veneto, nell'ambiente rurale o nei piccoli centri, l'uso del soprannome era diffusissimo: certi soprannomi, magari diventati cognomi in tempi remoti, rimandano a cose evidenti come: Momi dei Fruti, Bepi Sartòr, Toni del Late, ea Rosi dee Ombre, Toni Cere (da cerusico barbiere), Toni Semensin alla vendita di sementi, altri rimandano ad una intuizione trasmessa come Norin Benéti, Bruno Curiòto, Bepi Tauro, Piero Peòcina, Benéto Gnocoeo, Gino Doratéo, Franco Scarséto, ea Fragoéta, Nino Buso, Bepi Cio e tanti tanti ancora. 

Il soprannome si trasmetteva spesso anche alla famiglia. Ad Agordo, se sei dei Late, un antenato comune faceva il lattoniere, dei Técie se di famiglia si vendevano pentole (pignate) ma se sei dei Busne il senso non è più chiaro a meno che, riferisce la Marcato, un antenato non stesse mai fermo, e girasse come un busnel, una trottola.

Ancora. Tra i soprannomi usati nel padovano: Ossi, Séega, Gambaeonga, Ganassa, Morte, Nasa, Sardéa, Sgarbéa, Scarso, Biondo, Nei, Recia, Peocieto sono solo alcuni esempi. 

Insomma è un capitolo, quello dei soprannomi, che si intreccia con la storia della nostra antica lengua veneta, una realtà che ora anche la Ue ha voluto riconoscere, dando il nulla osta per il momento teorico (dipenderà dallo stato italiano) a finanziamenti per la salvaguardia e lo studio della stessa.

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