L'ARSENALE VISTO DA DANTE?
“Quale nell’arzanà de’ Viniziani bolle d’inverno la tenace pece a rimpalmare i legni lor non sani chè navicar non ponno; in quella vece chi fa suo legno nuovo e chi ristoppa le coste a quel che più viaggi fece; chi ribatte da proda e chi da poppa; altri fa remi e altri volge sarte chi terzeruolo e artimon rintoppa; tal non per foco, ma per divina arte, bollia là giuso una pegola spessa che ‘nvischiava la ripa d’ogni parte”.
Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, XXI, vv. 7-18
Efficace descrizione dell'Arsenale della Repubblica di Venezia, ovvero il cantiere navale creato nel 1104 e ampliato nel XIV sec., tra i più imponenti d'Europa, la prima vera "industria" con "catena di montaggio" di tipo moderno.
La precisione dei dettagli farebbe pensare che Dante l'avesse visto coi suoi occhi, anche se non ci sono conferme della sua presenza a Venezia negli anni della composizione dell'Inferno (ma potrebbe essere un ritocco posteriore).
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