IL FRIULI CHE RINNEGA LE RADICI VENETE? di Edoardo Rubini

Interessante commento del dr. Edoardo Rubini, storico, a Don Floriano Pellegrini che rimarca sempre il fatto dell'appartenenza della val di Zoldo, nel bellunese, all'antica "Patria del Friul "

la chiesa di San Marcuola di Venezia dedicata ai santi Ermacora e Fortunato

Carissimo Don Floriano, 
la Sagra delle curadure  (manifestazione locale in onore dei santi Ermacora e Fortunato, legati a suo dire solo al Patriarcato di Aquileia e non a Venezia) deve intendersi come una manifestazione che lega la Val Zoldana alla Terra di San Marco, alla Nazione Veneta, quindi, più che ad un evanescente Patriarcato di Aquileia, che nella 
storia ha rappresentato solo un feudo imperiale, legato a Longobardi, Franchi, Carinziani e Asburgici. 
Tutto ciò che citi della cerimonia, dallo stesso termine curadure ai meriga, parla Veneto, infatti. 
Quanto al culto di Ermagora e Fortunato a Venezia è evidenziato dalla chiesa di "San Marcuola", appunto chiesa dei santi Ermagora e Fortunato, 
edificio religioso veneziano affacciato sul Canal Grande.
Il culto di Ermagora e Fortunato a Venezia ci riporta, infatti, al grande Arcivescovado di Aquileia ai tempi della prima evangelizzazione delle Venetiae, quando esso ricomprendeva larga parte della antica X Regio Imperiale, la Venetia et Histria. 
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i due Santi furono martirizzati ad Aquileia

.Il cosiddetto Patriarcato di Aquileia che poi si scontrò con la Veneta Serenissima Repubblica, fu in realtà una istituzione artificiosa, nata dalla scissione dell'Arcivescovado che si chiamava "di Aquileia" di nome, ma di fatto risiedeva a Grado (città allora veneta) nel marzo dell'anno 607, quando i vescovi suffraganei che non avevano abbandonato lo scisma dei 
Tre Capitoli disconobbero l’elezione di Candidiano, quale nuovo legittimo "Patriarca" in realtà Arcivescovo. 
Il Patriarcato di Aquileia allora si spaccò allora in due blocchi contrapposti. Il clero filo-longobardo elesse a nuovo Vescovo Metropolita Giovanni nella vecchia sede di Aquileia, con il sostegno del re longobardo Agilulfo 
e del duca del Friuli Gisulfo. 
I Longobardi in tal modo legarono a sé il prelato scismatico, per evitare che il clero locale si legasse all’asse Roma-Bisanzio tramite i Veneti, sicché gli attribuirono il titolo di “Patriarca”, a designare una Chiesa autocefala. 
Il termine di “Patriarca” prima era usato (ad esempio dagli Ostrogoti) come semplice titolo onorifico. Questa mossa politica indusse in seguito anche il Metropolita gradense a far uso del medesimo titolo di “Patriarca”. La gente della Patria del Friul è Veneta al midollo, il paradosso è che il mito micro-nazionalista del Patriarcato di Aquileia (che in teoria 
apparterrebbe alla Civiltà cattolica) è stato portato in auge dalle cerchie laiciste, progressiste, materialiste e di sinistra solo in chiave anti-veneta, per sradicare Veneti, Giuliani e Friulani dal senso delle loro vere tradizioni e e della loro autentica identità. 
W San Marco! 
Edoardo

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