1917 SEGUSINO. LA CHIESA DIVENTA BORDELLO. I FIGLI DELLE VIOLENZE.

-Mentre il governo ci delizia gli animi con le frecce tricolori su Venezia (per ribadire che è cosa loro, immagino, dopo averla annientata con politiche dissennate) e le cittadine della pedemontana sono coperte da bandierine tricolori, è bene ricordare quanto i veneti pagarono per la politica italiana di aggressione all'Austria, specie nel 1917, con lo sfondamento di Caporetto. 
Un tributo terribile che fu anche a carico delle donne venete, brutalizzate e a Segusino, rinchiuse nella chiesa, diventata postribolo.


Dalle memorie di don Giovanni Simionato leggiamo: "Rapito un buon numero di ragazze con la violenza, vennero (orribile a dirsi) chiuse nella grande chiesa parrocchiale e questa orribilmente profanata, prché da un sacro tempio, ridotta a scandaloso ritrovo di turpi piaceri". Dopo la guerra, i figli degli stupri, o comunque dei rapporti con i soldati occupanti rischiavano, innocenti, di esser considerati solo un fardello ingombrante.
Di essi si occupò don Celso Costantini, "un sacerdote - prosegue Bruno Pederoda - che ancora abbiamo nominato e volentieri ricorderemo perché la memoria sulla sua opera è vergognosamente deficitaria.
Riflettendo sulla realtà che egli chiamerà 'i figli della guerra' e di cui dirà che forse non avevano il diritto  di nascere ma avevano il diritto di vivere, pensando alle loro madri, venuto a conoscenza che ltre donne erano in attesa di un figlio, concepito in seguito a rapporti con militari austro ungarici, don Costantini intuì che se non si fosse provveduto alla svelta - cioè entro le prime settimane dalla firma dell'armistizio - molte famiglie si sarebbero sfasciate.
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Il sacerdote, rientrato a Portogruaro, non badò ai motivi per cui quei bimbi erano venuti al mondo, "violenza, stanchezza dell'anima disperata" quanto piuttosto al cupo dolore che gravava su alcune case, mentre intorno "si tripudiava per la vittoria.
Prima dei figli, prima delle sventurate, si avevano da salvare quelle famiglie dei soldati che di settimana in settimana, smobilitavano, tornavano ignari, cantando...
Occoreva in primo luogo far presto, ricoverando le puerpere e le gestanti prima che i mariti tornassero in famiglia e si determinasse l'irreparabile. Il parroco della parrocchia della donna avrebbe poi con calma, consigliato l'uomo per il meglio, mentre lei era via, ospite dell'istituto san Filippo Neri di Portogruaro,.
Fidando assai più sulla Provvidenza divina che su quella pubbica. e sfidando la burocrazia, l'istituzione di Don Costantini accolse 353 bambini 'intrusi', un centinaio dei quali nati nello stesso istituto.
"Le madri, dopo aver assistito il bambino nei primi mesi, rientravano in famiglia, quasi tutte perdonate e riconciliate col marito". L'impegno era preciso e severo, dovevano rinunciare ad ogni futuro legame col piccolo, il quale era preordinato a sparire nella memoria familiare. Storie tristi, penose, che la grande Storia emargina  e che la carità pubblica ignora.
Erano solo 'figli di guerra' che la gran e pietà di un grande sacerdote aveva fatto diventare 'figli del Signore'.

Commenti

  1. Ecco cosa succederà dopo la repubblica serenissima. L'unità d'Italia un fallimento senza precedenti. Tutt'ora ci portiamo dietro lo sconvolgente di uno stato inefficiente e malvagio.

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