AGLI SCROVEGNI ANCHE GLI ANGELI URLANO, ANCHE IL CIELO PIANGE.

Una straordinaria guida turistica veneta, la padovana Maila Bertoli, ci aiuta a capire gli affreschi di Giotto custoditi nella sua città, e le bellezze uniche del Veneto.
Prendo qualche brano da una sua intervista pubblicata nel sito sgaialand.it, certo che saprà emozionare anche voi:


Raccontaci 3 chicche imperdibili della città di Padova o del Veneto…Padova è fortunata perché i suoi abitanti amano e approfondiscono la storia e l’arte della loro città quindi per molto padovani non dirò informazioni nuove. Tra le cose che spesso faccio notare c’è la scritta che compare tra stucchi e oro sul soffitto dell’Arca del Santo proprio sopra la tomba del Santo e che recita in latino il famoso verso “Gioisci Padova perché possiedi un tesoro“, che per me è la sintesi di tutta la nostra città. Potrei dirti che in un punto del Portello c’è un’incisione, quasi invisibile, che verosimilmente si riferisce alla Peste del 1630.
Infine dentro la Cappella Scrovegninella scena della Crocifissione vi è un dettaglio, che per me è l’apoteosi dell’intensità emotiva raggiunta qui da Giotto; chi ha visitato la Cappella con me lo conosce molto bene perché mi soffermo molto e ogni volta mi commuovo. Mi riferisco all’angelo rosso, sotto al braccio sinistro di Gesù. È ritratto nell’atto di strapparsi le vesti. L’angelo, comunemente percepito come gioia e serenità qui urla. Esiste una disperazione più alta di quella di un angelo che si dispera? No, perché un angelo non si può disperar, eppure, dentro la Cappella degli Scrovegni anche gli angeli urlano,anche il cielo piange
Rimaniamo proprio sulla Cappella degli Scrovegni, vero gioiello cittadino e anche del Triveneto:  La Cappella degli Scrovegni è una delle più alte rivoluzioni nella storia dell’arte, per i colori, tra tutti il famoso blu, la disposizione delle figure, il suo simbolismo, il suo accenno ad una prospettiva seppur intuitiva che gli varrà l’espressione di “Giotto spazioso”.  Ma c’è un altro aspetto su cui voglio soffermarmi. Giotto giunge a Padova dopo aver lavorato a Roma e ad Assisi. Prima di lui c’erano stati altri pittori, Cimabue solo per citare il suo maestro, ma soprattutto c’era stata la grande stagione delle icone bizantine, figure frontali, allineate, senza un sorriso, senza una lacrima. Giotto comprende che ciò che muove il mondo sono i sentimenti.
Il maestro arriva qui e, come dico sempre prendendomi la licenza poetica, in modo “prepotentemente dolce” fa fiorire le emozioni. L’amore così forte tra un uomo e una donna, che in forza di un sentimento così forte si aspettano senza aver notizie l’uno dell’altra per 5 mesi per poi corrersi incontro e scambiarsi un bacio passionale ad occhi aperti, così innovativo per l’epoca. Quello di una madre disperata che con tutte le forze strappa il figlio da una morte certa nella Strage degli Innocenti. Quello sublime di Maria sposa che appoggia la mano sulla pancia e protegge il figlio prima che nasca, un rapporto così intenso e forte che solo una madre può sentire.
Tutt’altra emozione è quella contenuta al centro della scena del bacio di Giuda, il quale abbraccia Gesù cercando di convincerlo che non lo tradirà mai mentre quest’ultimo non sposta lo sguardo da quello che riteneva un amico pur sapendo la verità. Giotto lo dice chiaramente. Sono episodi della vita di Gesù e Maria, momenti felici e tristi che si elevano dall’aspetto religioso e diventano in ultima istanza la storia di ogni uomo, di ognuno di noi. Il messaggio finale a cui si giunge quasi seguendo una spirale mozzafiato che ci avvolge è proprio questo: sta a te decidere come continuare la storia di Gesù, la tua storia, fino al giorno del Giudizio Universale; sta a te scegliere la strada dei vizi o quella delle virtù verso il tuo futuro. Entri nella Cappella degli Scrovegni con una domanda, sia essa fonte di gioia o preoccupazione e sarai certamente colpito da un dettaglio che si riferisce ai tuoi pensieri del momento. Giotto da sempre la risposta che cerchi. Giotto salva tutti

Maila è anche una valente fotografa, come dimostrano le foto a corredo dell'articolo (non sono sue quelle della Crocifissione e del Bacio di Giuda). 



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