PRIMA DEL MOSE: LE DIFESE DELLA SERENISSIMA NEL 1600

Prima del Mose è del 1600 l'ultimo grande intervento della Serenissima per difendere la laguna


GIOVANNI BATTISTA ALEOTTI, Polesine d'Ariano col Taglio e le alluvioni, 1611. Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea



Cartografia del XVIIIº Sec: l'evoluzione nei secoli del delta del Po 

Il taglio di Porto Viro,
assieme alla costruzione dei murazzi a Pellestrina per la difesa dalle mareggiate, può essere considerato tra le più grandi opere idrauliche realizzate dalla Repubblica di Venezia, cominciata il 5 maggio 1600 ed ultimata il 16 settembre 1604. Si potrebbe definire "ciclopica" per la tecnologia dei mezzi disponibili di quei tempi. 
In soli quattro anni riuscirono a creare un canale lungo 7 km, fondamentale per riequilibrare il delta del Po, deviando il corso da Cavanella Po (porto di Loreo) nella sacca di Goro.
La potenza della Serenissima non derivava solo dai commerci o dalla sua diplomazia o dalla politica di espansione con l'integrazione delle genti ma anche dall'attenzione che dedicava all'ambiente ed in particolare alle sue acque (dolci e salate).
La costituzione, nel 1501, dell'ufficio del Magistrato alle Acque per la gestione idraulica della Serenissima Repubblica ci fa capire quanto fosse importante la conservazione dell'ambiente e la protezione delle acque lagunari perché garantivano la sopravvivenza della città e del suo sistema socio-economico, oltre a costituirne l'ultimo baluardo difensivo dalle minacce esterne.E' doveroso ricordare che le genti dei territori annessi alla Serenissima, giurando fedeltà al simbolo del Leone di S.Marco, mantenevano tradizioni, religione e costumi, senza che venisse stravolta la loro storia.


Primi progetti

Le prime notizie di un progetto per il taglio risalgono al 1556. Era una proposta di due ingegneri veneziani.
Due anni dopo, nel 1558, il celebre cartografo Giacomo Gastaldi suggerì di tagliare il Po a Porto Viro.
La difesa della Laguna
In quel secolo l'idrografìa del delta si stava modificando perché il ramo di Tramontana portava troppi sedimenti nella laguna minacciando di interrarla e Venezia incolpava di questo il duca di Ferrara, Alfonso II d'Este, per aver distaccato dal Po il ramo dell'Abate. Le previsioni erano che il Delta si sarebbe sviluppato in direzione nord-est, chiudendo la bocca di Chioggia e forse anche quella di Malamocco.
I personaggi e le trattative
Quando Alfonso IIº morì nel 1597, senza lasciare eredi, lo Stato Pontificio incamerò il territorio ferrarese ed allora la Serenissma dovette intavolare trattative con il Papato per l'esecuzione del taglio. Dopo un anno di visite ed incontri tra le parti nel delta i delegati delle parti arrivarono nel mese di Giugno alla definizione dei termini della Convenzione di Papozze che furono ratificati a Roma dal papa Clemente VIIIº e a Venezia dal doge Marino Grimani. 

Disegno tecnico esecutivo dei lavori

Il progetto
Consisteva in uno scavo lungo circa 7.000 metri che partiva dall'argine destro del Po delle Fornaci, poi dirigendosi verso est, attraversava la valle Malipiera ed il sistema dunoso. Oltrepassate le quali, il taglio si immetteva nel preesistente canale detto Gottolo Contarini.
Lo scavo con un'ansa a gomito terminava nella Sacca di Goro. Nel settembre del 1604 l'opera poteva dirsi completata. Il 16 settembre del 1604, il provveditore Giacomo Zane comunicava al Senato di Venezia che l'apertura del nuovo alveo era avvenuta alle ore 19.
All'epoca il calcolo orario partiva dal tramonto del giorno precedente, perciò, considerando che il sole a metà settembre tramonta tra le 18 e le 19, il taglio è stato aperto all'incirca tra le ore 13 e le 14 del 16 settembre.
Lavori continui di manutenzione
I lavori sul Po non si esaurirono nel 1604, ma proseguirono per oltre cento anni.
Nel 1612 fu chiuso il Po di Tramontana.
Nel 1630 le acque del tratto terminale del "taglio" furono fatte defluire nel ramo della Donzella.
Nel 1648 fu sbarrato il Po delle Fornaci.
Alla fine del XVIIº Sec. il ramo principale del delta diventò quello del Po di Maistra.
Nel 1721 scoprirono che, con il prolungamento del nuovo corso, si era alzato il letto del fiume, con pericolo di esondazioni.
Nel
Taglio nel 1725 una rotta nell'ansa di Contarina provocò una disastrosa inondazione.
Per arrivare ai tempi odierni, il disastro più grave si verificò nel 1951: l'alluvione segnò l'inizio di una profonda crisi economico-sociale e di quella massiccia emigrazione che ridusse notevolmente la popolazione locale.






Informazioni ottenute dal sito http://www.comune.portoviro.ro.it/radici-di-porto-viro.html

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