LA "VENEZIANITA'" DA RISCOPRIRE, EREDITA' COMUNE A VENETI E FRIULANI

Udine, centro storico veneziano

Come si fosse arrivati  alla rinuncia totale della difesa nel 1797, è un discorso lungo e complesso: chi decideva negli ultimi giorni non mostrò certo il polso necessario a quei frangenti drammatici, ma vi erano figure importanti che, se avessero potuto, si sarebbero comportate diversamente, come Francesco Pesaro. Io voglio e debbo notare, come veneto, la fedeltà e l’attaccamento alla bandiera marciana di tutta la nazione veneta di allora, composta come sappiamo, da molti popoli. Compreso il “furlan”. 
Ora, qualche cosa di buono deve aver prodotto, il governo veneziano, nel corso dei secoli, se andando a Perasto, nel lontano Montenegro, ci sentiamo dire ancora oggidì, dal maggiorente del paese capo della marinarezza, da cui provenivano i gonfalonieri della flotta da guerra veneta che in otto su dodici si immolarono a Lepanto, ripeto, ci si sente dire in “illirico”: “Siamo due popoli, ma una sola nazione”. Questo in occasione della rievocazione degli ultimi onori al gonfalone, occorsa tre anni orsono.
casa gotica di Spilimbergo in stile veneziano
Eppure anche loro, i friulani, si sentirono abbandonati dal governo in quei tragici giorni, ma non hanno mai pensato di rinunciare alla loro “venezianità”. Da noi è successo invece qualche cosa di terribile: è stata scientemente occultata e, dove non era possibile, diffamata, l’eredità che i nostri avi ci avevano lasciato; chi ci governò nei due secoli seguenti ha cancellato la storia della nostra nazione e delle altre della penisola, con l’idea di forgiare “l’uomo italico”. Se ci pensate bene, il progetto sembra proprio discendere da qualche direttiva di un direttorio giacobino dei tristi tempi. Negare la storia, far tabula rasa di tutto assommando con l’arbitrio popoli diversissimi forgiati dai millenni, per creare un progetto frutto del furore dell’ideologia.
loggia del Lionello Udine, gotico veneziano
 Non bastava questo da noi, l’eredità della Serenissima era troppo ingombrante; con l’istituzione delle Regioni (fatto di per sé positivo) ci hanno ancor più divisi, nel Nord Est, e sono così nati quei micro nazionalismi regionali che sono l’ostacolo più forte ormai al progetto di una riunificazione, da tutto l’universo mondo invece riconosciuto come entità unica nelle sue specificità.
Quindi ai cari “fradei furlani” un caldo invito a rivendicare la loro quota di merito, per aver contribuito non solo alla nazione ma anche alla civiltà veneta, che è opera di tanti talenti diversi d’origine: il Tiziano era cadorino, il Giorgione di Castelfranco, il condottiero Savorgnan era friulano, il Canova di Possagno, il Boccherini era dalmata. Insomma, ci siamo capiti.
Spilimbergo
 Tutti noi siamo eredi di quella grande civiltà, che esiste ancora come maniera, comune nel nord est, di vedere il mondo. Ogni volta che al telegiornale inquadrano la Casa Bianca, ricordiamoci TUTTI con orgoglio che quell’elegante edificio non esisterebbe senza il “nostro” Palladio. Riscopriamo la nostra “venezianità” e cerchiamo di riprendere un cammino comune, da “fioi de San Marco”.

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