EL LEON CHE MAGNE EL BOSC, LA LEGGENDA NERA SU VENEZIA NEL BELLUNESE
palazzo dei Rettori a Belluno |
Iniziamo dalla prima: Venezia qualche bosco lo ha vincolato per uso statale, come ad esempio il meraviglioso bosco del Cansiglio, che così è arrivato intatto fino all'epoca nostra, per ricavare dalle preziose querce e dagli abeti quanto serviva alla flotta militare e mercantile. Ma è tramite la sua potenza marittima se anche i bellunesi potevano esportare i loro prodotti nei mercati mondiali del tempo.
porta Doiona, Bl Venezia abbellì notevolmente i centri storici locali |
Ebbene, a fine Seicento, questi spadai fecero un contratto con il Regno di Scozia, per esportare nell'arco di dieci anni, 40mila lame. E come arrivarono a destinazione queste spade? grazie alla flotta veneziana.
Accanto alle lame, Belluno vendeva a Venezia anche i chiodi e le serrature, e poi ancora la pece per "rintoppar le navi" nell'Arsenal. Questa era ricavata dai "pez" abeti, chiamati così nel dialetto locale perché con la loro resina si fabbricava quel prodotto.Se non vogliamo buttarla sul patriottico, era comunque un rapporto molto proficuo per entrambi i soggetti, montanari e veneziani.
Feltre, Venezia ricostruì la città distrutta da Massimiliano d'Austria nella guerra di Cambrai |
LA DEMOLITRICE DI CASTELLI
L'altro punto è la riprova di quanto poco abbiano letto al riguardo, i miei concittadini: Venezia demolì i castelli, e facendo questo demolì il potere dei feudatari locali in favore delle autonomie locali e della democrazia antica diretta delle popolazioni delle valli, come accadde del resto anche in tutte le città dell'entroterra. Essa divenne, col suo "Lion" sinonimo di libertà cosa universalmente riconosciuta: persino Manzoni fa dire a Renzo in fuga verso lo stato veneto, alla vista della sponda veneziana dell'Adda: "Terra di San Marco. Terra di Libertà!".
Furono rispettate le leggi locali, le famose "regole" che le genti del posto si eran date da tempo immemorabile, nel Cadore come in altri posti. Quando arrivò a Feltre, ad esempio, Venezia volle che il consiglio che affiancava il Rettore veneziano nel governo della cittadina, composto da sette od otto possidenti e feudatari locali, a ben quaranta membri, in modo che ogni categoria sociale avesse il suo rappresentante. Cosa che del resto accadrà anche in Friuli, dove nel parlamento di Udine, anche il "terzo stato" ebbe finalmente una voce.
le mura possenti di Feltre |
VENETI SVEJEMOSSE, DEMOSSE NA MOSSA, MAGARI INSIEME A FURLANI E LOMBARDO VENETI.
La nostra storia negata è la chiave di tutto. La sua ignoranza e negazione permette il "divide et impera" dello Stato centrale e i conseguente ladrocinio a nostro danno.
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