LA PACE NELLO STATO VENETO ATTRAVERSO IL DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO

Italia , Italia, quando imparerai mai? Il segreto per cui tremila persone (il corpo nobiliare veneziano) poteva  governare uno stato vastissimo e composto da tanti mondi e culture diverse era quello di delegare i più ampi poteri amministrativi alle comunità locali, in cui la Capitale inviava un Rappresentante per amministrare una Giustizia imparziale e per riscuotere i dazi e comandare le Milizie. Ce lo spiega in maniera chiara lo storico Gullino, da cui traggo queste righe:
L'Amministrazione era decentrata ed affidata alle forze locali: nel padovano, ad esempio, Camposampiero Monselice e Montagnana avevano i loro statuti, le loro magistrature, persino i loro pesi e misure così come Padova e Treviso, Pordenone, Belluno, Vicenza; il governo centrale si limitava a mandarvi uno o due Rettori che amministravano la giustizia e provvedevano alle milizie incaricate di riscuotere i dazi e badare alla difesa esterna.
 
Inoltre, all'interno delle singole comunità, vi erano ulteriori forme di autogoverno, facenti capo alle corporazioni di arti e mestieri(ognuna col proprio gastaldo, oggi si direbbe presidente, con propri organi elettivi, detti banca, propri regolamenti) e alle Scuole e confraternite assistenziali al tempo diffusissime. 
Ad esempio, a Venezia gli Arsenalotti (i lavoratori dell'Arsenale che raggiunsero il numero di 5000 unità, la maggior industria cantieristica d'Europa) si auto reggevano, disponendo i turni di lavoro, le paghe, le carriere, assegnando le case messe a disposizione dallo stato. Anche la cassa integrazione, nei periodi di mancanza di commesse, era gestita da loro. 
Si autoreggeva anche l'università di Padova, con gli studenti divisi in "nazioni" legalmente riconosciute; quella alemanna, quella inglese, polacca, con larghe autonomie e diritto all'extraterritorialità.
Gli esempi potrebbero continuare: si pensi ai ghetti degli Ebrei, ai fondaci dei "Todeschi", dei turchi, dei persiani, degli armeni, alle Scuole dei greci, degli albanesi, degli schiavoni, dei dalmati, dei lucchesi, dei bergamaschi e alla foltissima presenza dei lombardi. Del resto, bergamasco era Arlecchino, così compenetrato nella cultura popolare, che parlava un gramelot un pastiche di parlata lombardo-veneta. 
Ma la pace sociale fu anche garantita dal governo veneto con la protezione delle classi meno abbienti.

fonte: Società, Economia ed Istituzioni, ed Cierre a cura della Regione Veneto.


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