IL DIARIO DI UN OSTE, SUL "RIBALTON" VERONESE VERONA IN FIAMME
il ritorno del Leone marciano in piazza delle Erbe, da Veja.it |
"Non vengano a dire, scrisse Luigi Tomaz, che oggi il discorso è superato e parlare del 1797 è solo un commovente passatempo! Non lo è per Istriani e Dalamti, che soffrono - da più di due secoli - delle conseguenze del trattato di Campoformio, e non lo è neppure per i Veneti..."
Ecco una pagina del diario dell'oste:
Verona, 17 aprile 1797 - In questo giorno è nato uno grande rivoluzione in questa città contra li Francesi,alle cinque dopo il mezzo giorno. Il motivo è stato che i Francesi volean comandar in città e nei castelli benché non erano padroni, e la Repubblica di Venezia avea dato l'ordine che dovessero levarse ed andar via.
Ma loro non volevano andar e volevano star qua per prepotenza e perché dovesse nascer quella rivoluzion per la qual causa era nata in Bergamo ed in Brescia.
Queste Rivoluzioni sono nate per causa delli giacobbini che sono andati d'accordo coi Francesi per impadronirsi dello Stato veneto. Onde in questa Rivoluzion che è nata in Verona sono restati morti circa Nr. 500 Francesi perché nel principio i Veronesi non li facean presonieri niente affatto, ma li ammazzava de punta.
Ma dopo un'ora è venuto l'ordine del Podestà (che era S. E. Contarini) di non più amazzarli ma farli presoneri, ch ei sia condotti in Palazzo Grande, e in convento di San Fermo. Allora han cominciato di sbarar dalli castelli cannoni e bombe, e han continuato otto giorni continuI. E il giorno di San Marco 25 aprile 1797 Verona si è resa in mando della Repubblica Francese col patto di salvation di vita, robbe e Religione, perché li Francesi volevan dar il saccheggio nelle case più grande, ma hanno fatta la capitolazione, ed hanno ritenuto in ostaggio le persone più grandi della città.
E il Podestà di notte è scappato a Venezia travestito, perché se stava a Verona ai Francesi lo fucilavano. I Francesi, dopo un mese che son stati padroni, han fucilato 3 cavalieri che erano in ostaggio,.. Uno era il conte Emili (Emilei), l'altro il conte Verità di Sant'Eufemia e l'altro il Malenza di Sant'Anastasia sulle Mure alla Porta Nuova, fucilati e morti tutti e tre.
Ciò fu il giorno 16 maggio 1797,
Diario dell'oste, raccolta storico cronologica di Valentino Alberti
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