GLI ALPINI, TANTA STORIA, POCA MEMORIA. Riflessione di Michele Brunelli
Gli Alpini... Sto guardando le stelle sorseggiando un goccio di Kranebet, distillato che già con il nome porta alle terre cimbre. Il silenzio concilia una riflessione. Davanti a me vedo i monti: a sinistra l'Altopiano dei Sette Comuni, sulla destra il Grappa. Quanti Alpini ci sono morti? Gli Alpini sono sempre in prima linea: ricostruire dopo un terremoto; ripulire le strade da un'alluvione. Spirito di servizio e di gruppo.
In lontananza, il treno della stazione di Bassano mi porta la mente alla Val Brenta, al Tirolo, alla Guerra con l'Austria.
Le truppe di montagna non sono una novità: nel medioevo gli Ezzelini erano accompagnati da «i sui de pedemonte»; con la Serenissima i montanari Cimbri sono alleati dei Veneti della pianura e difendono le alture. Gente che combatte in primis per la propria terra e quindi difende lo Stato.
Ma nella prima Guerra Mondiale qualcosa è diverso. L'Italia attacca l'ex alleato: l'Impero risponde. Inizia una guerra di logoramento: 1915-1918. Sono accompagnati da un tricolore verde-bianco-rosso a bande verticali. Lo ritroviamo per la prima volta come stendardo della napoleonica Legione Lombarda, quando il generale stava esportando la democrazia con le armi. I tre colori compaiono poi in disposizioni diverse nei puppet states (gli Stati fantoccio) napoleonici: repubblica cispadana, repubblica transpadana, repubblica cisalpina, regno d'Italia napoleonico (Napoleone lo fece prima dei Savoia) e repubblica italiana napoleonica (Napoleone la fece prima degli Anglo-Americani).
Il tricolore militare a bande verticali viene adottato dai Savoia nel 1848 e lo ritroviamo poi come bandiera di uno Stato che fin dalla sua creazione è un atto d'aggressione: i Savoia con qualche appoggio britannico conquistano le Due Sicilie e dall'invasione nasce il Regno d'Italia del 1861.
Il tricolore sempre a "bande militari" accompagna le truppe italiane nell'annessione del Veneto (prima che votasse), dello Stato Pontificio, nell'attacco all'Austria per la conquista del Tirolo (1915), nell'aggressione all'Eritrea, all'Etiopia, all'Albania e nella guerra alla Grecia nel 1940. Piace anche a Mussolini, che nel 1915 scalpitava per fare quella Grande Guerra così rovinosa per el Paexe e che nel 1944 adotta il tricolore senza stemma reale come bandiera nazionale per la Repubblica Sociale Italiana. La stessa bandiera, verde-bianco-rosso verticali senza stemmi, è poi adottata dalla Repubblica Italiana.
Ecco allora che mentre gli Alpini sono eredi di una lunga tradizione locale di difesa dei confini, la bandiera è quella di uno Stato ottonovecentesco che ha sempre fatto guerre di aggressione. Gli Alpini sono in prima fila a dare una mano dopo una catastrofe, magari a pulire i paesi dopo un'inondazione. Ma una volta all'anno, vengono usati per ripulire la reputazione di una bandiera di aggressione. È questo che non va.
In lontananza, il treno della stazione di Bassano mi porta la mente alla Val Brenta, al Tirolo, alla Guerra con l'Austria.
Le truppe di montagna non sono una novità: nel medioevo gli Ezzelini erano accompagnati da «i sui de pedemonte»; con la Serenissima i montanari Cimbri sono alleati dei Veneti della pianura e difendono le alture. Gente che combatte in primis per la propria terra e quindi difende lo Stato.
Ma nella prima Guerra Mondiale qualcosa è diverso. L'Italia attacca l'ex alleato: l'Impero risponde. Inizia una guerra di logoramento: 1915-1918. Sono accompagnati da un tricolore verde-bianco-rosso a bande verticali. Lo ritroviamo per la prima volta come stendardo della napoleonica Legione Lombarda, quando il generale stava esportando la democrazia con le armi. I tre colori compaiono poi in disposizioni diverse nei puppet states (gli Stati fantoccio) napoleonici: repubblica cispadana, repubblica transpadana, repubblica cisalpina, regno d'Italia napoleonico (Napoleone lo fece prima dei Savoia) e repubblica italiana napoleonica (Napoleone la fece prima degli Anglo-Americani).
Il tricolore militare a bande verticali viene adottato dai Savoia nel 1848 e lo ritroviamo poi come bandiera di uno Stato che fin dalla sua creazione è un atto d'aggressione: i Savoia con qualche appoggio britannico conquistano le Due Sicilie e dall'invasione nasce il Regno d'Italia del 1861.
repubblica giacobina napoletana |
Ecco allora che mentre gli Alpini sono eredi di una lunga tradizione locale di difesa dei confini, la bandiera è quella di uno Stato ottonovecentesco che ha sempre fatto guerre di aggressione. Gli Alpini sono in prima fila a dare una mano dopo una catastrofe, magari a pulire i paesi dopo un'inondazione. Ma una volta all'anno, vengono usati per ripulire la reputazione di una bandiera di aggressione. È questo che non va.
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