I VENETI ANTICHI DA AUTOCTONI A "MIGRANTI" MA SENZA PARENTI :D
Riporto quanto un archeologo italiano dice in una mail privata a un amico, a riguardo dei Padri Veneti antichi, ammettendo che il nostro popolo NON E' autoctono italiano, come pervicacemente sostengono ancora insigni studiosi nostrani, ma negando nel contempo ogni parentela tra i Veneti del Nord Est d'Italia e i Veneti dell'Europa (Francia-Armorica, Inghilterra, Polonia e aggiungiamo gli Enetoi di Omero).
"Eppur si muove!" esclamò Galileo a proposito del sole, ma almeno questo non nega l'esistenza del cannocchiale. Insomma, un po' alla volta, arriveranno anche in Italia ad accettare quanto è ritenuto probabile da altri studiosi del resto dell'Europa, già dalla fine dell'800.
Le cose dovrebbero essere andate più o meno in questo modo, secondo Villar: Un gruppo di indoeuropei che definiamo "occidentali" si sposta da est-nordest verso il centro dell'Europa.
Da qui si dividono tre ulteriori gruppi: quello che poi chiameremo "germanico" migra verso nord e occupa l'area del baltico spingendosi fino alla penisola scandinava e vi rimane sino alla nostra epoca.
Un secondo gruppo migra verso sud e occupa, in momenti differenti (probabilmente più di due ma certamente almeno due) la penisola italica (in sequenza Siculi e Osco-Umbri in un primo momento e poi Latini e Veneti, probabilmente i Veneti per ultimi), mentre un terzo (Celti) si colloca nell'area centrale tra l'area orientale francese e le pianure ad est dell'Austria.
Questi movimenti dureranno quasi un paio di millenni e iniziano nel III millennio e queste sono le posizioni che occupano quando storicamente si cristallizzano le rispettive culture e che mantengono, in linea di massima, in età storica.
Quando, ad esempio, si comincia a riconoscere un'identità "protoceltica", "protogermanica" o "protoitalica" siamo giunti al II millennio pev, ma la cronologia della lingua celtica, secondo le analisi delle componenti interne e dell'evoluzione morfologica indicano che questo idioma sorge, come differenziato dall'europeo comune, intorno al 2400 pev., quella germanica probabilmente un secolo prima, quella italica nello stesso periodo circa o poco dopo.
Ma si tratta di una sciocchezza dovuta alla presunzione che l'etnonimico abbia valore esclusivo: "si chiamano Veneti, esistevano dei Veneti in un certo luogo, quindi arrivano da lì".
Nulla di più stupido: la radice indoeuropea *uin- ("chiaro, bianco" ma anche e di conseguenza "eroico, valoroso" con una sequenza etimologica assolutamente normale che accade in altri casi come "illustre", ad esempio) è alla base di moltissimi etnonimici (spesso endoetnonimici, cioè dati dal gruppo a sé stesso, varie volte esoendoetnonimici ovvero, indicanti un popolo da parte di un altro) in quasi tutte le lingue indoeuropee anche in aree laterali: germanico, celtico, illirico, slavo, baltico, indoiranico, ecc.
la diffusione della cultura dei campi d'urne |
NdR. l'illustre studioso mi deve spiegare come mai questa comunanza del nome riguardi solo i Veneti in tutta l'Europa, come mai lo stanziamento di queste popolazioni segua passo passo la via dell'Ambra, e come mai essi appartengano tutti alla civiltà che gli studiosi germanici definirono "civiltà delle urne" /urnenfelder/ facente parte a sua volta della grande cultura hallstattiana.
Ma non abbiamo fretta, liberarsi dai cascami del nazionalismo ottocentesco risorgimentale non è facile, anche se un passetto in avanti è stato fatto. :)
Liberarsi dai cascami del nazionalismo risorgimentale per accogliere quello germanico ... bel progresso.
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