VENIEXIA CUM PUIA, PUGLIA CON VENEZIA, UN AMORE RECIPROCO

Non tutti sanno degli stretti rapporti che si istallarono tra Venezia e le cittadine pugliesi tra il Quattro e il Cinquecento, tanto che molte di esse ambirono all'aggregazione nel Commonwealth veneto che si andava delineando, tanto il Leone garantiva libertà, progresso e sviluppo agli occhi di tutti. Ecco cosa scrive a proposito una studiosa pugliese:
"...Fu un rapporto solido e reciproco che nel trecentesco Zibaldone da Canal veniva descritto significativamente come "Puia cum Veniexia, Veniexia cum Puia" e che - tra Quattro e Cinquecento - nonostante le crisi e le difficoltà - restò strettissimo e riguardò anche l'osmosi tra riti religiosi, costumi, consuetudini.
All'ombra del regno aragonese e del viceregno napoletano, nonostante i frequenti insofferenti sgambetti di Napoli, Venezia continuò a difendere i propri interessi economici, garantiti dalle città costiere pugliesi che per Lei erano vere e proprie porte spalancate verso l'Oriente. Superato lo sgomento del sacco turco di Otranto. si profilava per quelle terre il dominio spagnolo, con Venezia sempre più determinata a un "colonialismo" commerciale (vantaggioso per entrambe le parti) che avesse anche connotati politici. e il gonfalone del doge issato non solo nei porti, ma anche in alcune città dell'interno ne fu la testimonianza.
Tra espansioni e ridimensionamenti della sua presenza, Venezia "conquistò" (anche nel cuore ndR) città come Barletta, Monopoli, Polignano, Trani, Otranto, Brindisi, partecipando alla loro ripresa economica  sotto l'ala protettiva dei suoi consoli e di una folta comunità stabilitasi in loco. 
E' soprattutto la terra di Bari ad essere costellata di ricordi veneziani, in larga parte eredità di attività commerciale, ma -in senso lato - culturale.

Vi nacque un singolare personaggio, Muzio Sforza, gentiluomo e poeta, attraverso il quale è possibile capire quanto il clima culturale fervido potesse inserire una città di provincia all'internod ei grandi itinerari del Rinascimento. Anche ricordandolo soltanto per il potente e barocco Panegirico composto per celerare Venezia quale "Regina del mare" beneficiaria dei doni della natura e degli Dei - Venere in primis - acciò che la cosa più bella sopra il mar non sorgesse, e per cui invidia n'havesse la terra. quanta beltà poté dare, tutta diede a quella Reina e a' suoi figli e figlie, che per forma non sembran certo mortali, ma figli e figlie. "
E' una rete di proficui rapporti amministrativi, commerciali, culturali, che ci ha lasciato opere d'arte veneta disseminate  dalla Capitaniata al Salento, con Monopoli che fa la parte del leone, grazie anche alle committenze francescane.
Stefania Mola "Forse non tutti sanno che in Puglia" disonibile in e-book

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