LA PRIMA MIGRAZIONE NELLA LAGUNA, COSA NON RACCONTA ALBERTO ANGELA
ALARICO |
In una torrida giornata di agosto del 410 d.C. Alarico re dei Goti conquistava, saccheggiandola, la città di Roma. Il re barbaro muovendo dalle lontane pianure danubiane, era riuscito là dove per mille anni nessun altro esercito o popolo straniero aveva osato: conquistare la città che per secoli aveva retto e determinato le sorti del mondo allora conosciuto. Di fronte ad un popolo agguerrito e così lontano per lingua e costumi, le popolazioni della penisola cercano scampo nella fuga. Ed è proprio a seguito di quelle drammatiche circostanze che le genti dell’entroterra veneto trovarono probabilmente per la prima volta rifugio nelle antistanti isole lagunari nell’attesa e nella speranza che la situazione si normalizzasse e poter far quindi ritorno alle proprie case.
L’area lagunare, tuttavia, non era una zona del tutto sconosciuta ai profughi. Già nei primi secoli dell’Impero i centri dell’immediato entroterra -Oderzo, Cavarzere, Altino, Concordia-, vi proiettavano infatti le loro imbarcazioni costituendo molto probabilmente, una discreta rete di traffici e di scambi commerciali tra la zona meridionale gravitante attorno a Ravenna e la parte più settentrionale dell’area lagunare facente capo a Grado ed Aquileia.Sicuramente abitata in epoca romana, per esempio, era l’isola di Torcello (Dorceum) posta sull’importante via marittima di transito verso il porto di Altino, come lascerebbero pensare alcuni resti archeologici datati attorno al I-II secolo d.C. Qui, probabilmente, sorgevano anche alcune ville dei patrizi altinati ricordate anche dal poeta Marziale (I sec.).
La lenta decadenza dei municipi romani nel corso del III secolo e i mutamenti naturali che interessarono l’intera area con estesi processi d’impaludamento specie nel settore centro meridionale, portarono probabilmente ad un lento abbandono della zona dove, tuttavia, il caso di Torcello doveva comunque rappresentare un’eccezione più che la regola. Difficilmente si può infatti pensare a forme di insediamenti duraturi ed organizzati nelle isole lagunari prima del V-VI secolo.vasta scala delle isole, un ripopolamento che da transitorio acquisterà nel tempo un carattere definitivo.
L’area lagunare, tuttavia, non era una zona del tutto sconosciuta ai profughi. Già nei primi secoli dell’Impero i centri dell’immediato entroterra -Oderzo, Cavarzere, Altino, Concordia-, vi proiettavano infatti le loro imbarcazioni costituendo molto probabilmente, una discreta rete di traffici e di scambi commerciali tra la zona meridionale gravitante attorno a Ravenna e la parte più settentrionale dell’area lagunare facente capo a Grado ed Aquileia.Sicuramente abitata in epoca romana, per esempio, era l’isola di Torcello (Dorceum) posta sull’importante via marittima di transito verso il porto di Altino, come lascerebbero pensare alcuni resti archeologici datati attorno al I-II secolo d.C. Qui, probabilmente, sorgevano anche alcune ville dei patrizi altinati ricordate anche dal poeta Marziale (I sec.).
La lenta decadenza dei municipi romani nel corso del III secolo e i mutamenti naturali che interessarono l’intera area con estesi processi d’impaludamento specie nel settore centro meridionale, portarono probabilmente ad un lento abbandono della zona dove, tuttavia, il caso di Torcello doveva comunque rappresentare un’eccezione più che la regola. Difficilmente si può infatti pensare a forme di insediamenti duraturi ed organizzati nelle isole lagunari prima del V-VI secolo.vasta scala delle isole, un ripopolamento che da transitorio acquisterà nel tempo un carattere definitivo.
Cassiodoro senatore romano d'oriente |
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