IL PRIMO STATO CON UN ARCHIVIO FU VENEZIA
La Serenissima fu il primo Stato che creò un Archivio dove conservare tutti gli Atti deliberati dal Maggior Consiglio…..
Nel 1266 il Maggior Consiglio decretò che tutte le sue deliberazioni fossero trascritte e ne fosse conservato un esemplare in Quarantia.
Gli Avogadori del Comun nel 1271 erano obbligati a restituire i documenti, che avessero chiesto per loro uso, di annotare in appositi registri gli atti giudiziari da essi placitati in Maggior Consiglio e di restituire le sentenze ricevute dai singoli magistrati, senza trattenere copie.
Ma l’esistenza di un vero e proprio Archivio lo conferma un documento….la deliberazione del 27 Ottobre 1283 in cui dopo aver accennato che le Leggi del Maggior Consiglio si trovavano scritte in dieci Libri, veniva nominata una Commissione incaricata di raccogliere in appositi registri solo quelle che erano ancora in vigore.
Si suppone che la nascita della Cancelleria Ducale, ovvero il deposito principale degli atti dello Stato Veneto risalga anche questo in quel tempo, ovvero nel XIII secolo.
Più tardi s’introduce un sistema di maggiore sorveglianza e le Cancellerie si moltiplicano in base alle esigenze dello Stato e seriamente controllate, perfino dai Dieci…..
Gli atti pubblici, come si sa, erano datati more veneto, però per i documenti destinati all’Estero si seguiva lo stile comune.
E’ certo che non si sa come si datavano le carte notarili più antiche, solo sono more veneto dopo il 1000 con la eccezione, sempre, per quelli della autorità imperiale o di altri Stati che sempre si utilizzava la datazione comune.
Negli indici del Senato è caratteristica speciale l’uso dell’alfabetazione per nomi di battesimo e non per cognomi.
Purtroppo dopo la caduta nel 1797 sono dispersi gli archivi tra Parigi, Vienna e Milano e solo nel 1807 vennero riuniti in 3 separate sedi:
I politici nella ex-scuola di S. Teodoro,
I giudiziari nell’ex-convento di S. Giovanni Laterano,
I demaniali o finanziari in un locale in S. Provolo.
Quando ritorna il governo austriaco nel 1815, l’imperatore ordinò che si concentrassero i documenti in un solo locale e a questo scopo si nomina Giacomo Chiodo che già era archivista sotto il dominio della Serenissima e, quindi, familiarizzato con il meccanismo burocratico veneziano: è colui che ha posto le basi dell’attuale Archivio di Stato (una volta in più la macchina della Serenissima funziona solo con un veneziano dell’antico Governo).
Solo dopo lunghe peripezie si sceglie come sede dell’Archivio l’attuale locale ex-convento dei Frari con le annesse scuole di S. Antonio e dei Fiorentini, che in quel tempo era occupato dall’autorità militare; questo a partire del 1922.
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