CULTO DI GIUNONE ED ARTEMIDE NELLE TERRE VENETE

la Potnia Theron di Vicenza
Di Elena Lizzie
Il Geografo greco Strabone ricorda nella sua opera “Geografia” che nelle terre dei Veneti vi erano due boschi Sacri dedicati a divinità femminili che egli, in quanto greco, aveva associato ad Artemide Etolica ed Era Argiva, tali luoghi sacri si trovavano presso il fiume Timavo ed in altri luoghi non completamente localizzati nel Veneto adriatico.
La presenza di una divinità etolica nel Veneto poteva essere associata alla presenza storica dell’arrivo di Diomede ed il fatto che egli appunto fosse originario dell’Etolia, ed ecco perché i culti e le ritualità Veneto antiche assomigliavano a quelli di Artemide  Etolica. Anche il caso di Era Argiva non è dissimile, infatti secondo la leggenda Diomede si sarebbe rifugiato proprio presso l’altare di Era Argiva detta Oplosmia (dea Armata o la dea delle Armi) quando la congiura ordita da sua moglie stava per costargli la vita....
Strabone stesso conferma che la realtà religiosa dei Veneti era associabile alla religiosità dei Boschi Sacri sia di Artemide Etolica che di Era Argiva, boschi nei quali la  sacralità alla Divinità permeava nel quieto vivere degli animali indisturbati e mansueti. Molti studiosi hanno rintracciato in queste prove l’esistenza della “religione della Potnia”, ovvero dell’antico culto ad una Dea Cacciatrice, Lunare, Sanatrice, Protettrice delle Città, residente nei boschi a lei sacri, Numen potentissimo delle acque fluviali, marittime, termali, con il potere di viaggiare fra i mondi dell’esistenza . La Potnia Thèron Signora degli Animali, come la Dea ritrovata a Vicenza, contornata da animali feroci quali il lupo ed il leone che sotto la sua mano diventano mansueti e fedeli compagni.
Poiché la dea greca Era veniva identificata con la latina Giunone, sarebbe anche troppo semplice identificare l’ Era Argiva di Strabone con la Giunone di cui parla Tito Livio riferendosi al suo culto a Padova (il suo tempio era collocato sotto all’attuale Palazzo della Ragione) ed alle spoglie delle navi spartane di Cleonimo, sconfitto dai Veneti nel 302 a.C. conservate nel suo Tempio all’epoca di Livio. Il culto a Giunone a Padova è riconfermato anche da un testo epigrafico latino che recita “ confine della parte interna del bosco” e cioè dello spazio nel mezzo di un bosco o di due boschi a Lei consacrati. Un’iscrizione venetica invece sempre di Padova fa comprendere come vi fosse inizialmente un unico boschetto Sacro ove vigeva il diritto d’asilo.
Plutarco ne “la vita di Pompeo” ricorda espressamente come nei boschetti sacri ad Era Argiva era in vigore il diritto d’asilo dato che nel mondo greco i santuari di questa Dea godevano di questo speciale diritto.  Tuttavia vi è anche da dire che i facili parallelismi non possono essere sempre così immediati, infatti nel mondo veneto esisteva senza dubbio una forma di divinità femminile che assomigliava ad Era Argiva ed alla Giunone Italica (forse Reitia?) ma è improbabile  che la Giunone di Padova fosse Argiva infatti una città miticamente fondata da Antenore, Troiano, non avrebbe mai dato l’appellativo di Argiva alla propria Dea tutelare!

Un bellissimo articolo, di una studiosa veneta. che leggerete intero qua sotto!
https://veneto-tradizioni-storia.blogspot.it/2013/10/culto-di-giunone-ed-artemide-nelle.html?m=1


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