PAOLO ERIZZO, UN ALTRO BRAGADIN, SEGATO VIVO DAL TURCO.

Nel 1463 compare come bailo di Cipro: improvvisamente l'Erizzo passò dagli ambienti tranquilli delle magistrature lagunari a una carica di grande responsabilità, in un luogo in cui convergevano gli interessi economici e politici delle maggiori potenze del Mediterraneo. Il 28 febbraio1463 veniva sollecitato dal Senato a partire per l'isola.

Nel periodo a cavallo al 1469 e il 1470 il bailo, sfruttando l'impegno militare degli Ottomani in Albania, si preoccupò di rafforzare le difese di Negroponte. Secondo Franz Babinger nella primavera del1470 l'Erizzo poteva disporre di potenti fortificazioni e di un presidio corposo e motivato. Tuttavia Domenico Malipiero, considerato una fonte attendibile, ricorda che aveva volutamente comunicato al Senato che l'isola poteva contare su ottime difese; intendeva così scoraggiare l'intervento turco perché in realtà era vero il contrario.

Probabilmente l'isola era effettivamente ben difesa visto che i Turchi, che cominciarono l'assedio nel giugno del 1470, avevano optato per un notevole spiegamento di forze. Via mare era giunta una flotta di trecento navi, tanto temibile che il capitano generale Nicolò Canal non osò intercettarla; da terra fu invece mandato un grande esercito, guidato dallo stesso sultano Maometto II, che si diede subito alla costruzione di un ponte sull'Euripo, lo strettissimo braccio di terra che separa Negroponte dalla Beozia e dall'Attica.
Mentre il Canal rinunciava definitivamente allo scontro ritirandosi a Candia, i Turchi sferrarono il primo attacco il 25 giugno, dopo che l'Erizzo aveva sdegnosamente respinto le offerte di resa. Se ne ebbero altri, il 30 giugno, il 5 luglio e l'8 luglio con gravissime perdite da ambo le parti. L'11 luglio comparve a nord la flotta del Canal, ma ancora una volta evitò lo scontro frontale, limitandosi agli attacchi a distanza nell'attesa di rinforzi. A questo punto Maometto decise di sferrare l'attacco generale: Negroponte fu espugnata il giorno dopo, la popolazione subì le angherie del saccheggio, tutti i maschi adulti sopra i 20 anni furono trucidati assieme alla guarnigione; anche l'Erizzo, del quale le fonti riconoscono quasi all'unanimità il valore, vi trovò la morte.

Maometto II, esasperato per le immense perdite (40. 000 uomini). malgrado avesse promesso salva la vita ai veneti difensori e ad Erizzo, fece prelevare quest'ultimo e, messo tra due assi, Egli fu segato vivo, davanti alla figlia. Le urla e le proteste della medesima, disturbarono le delicate orecchie del Sultano, e fu uccisa anche essa (secondo una più tarda versione), con una pugnalata al cuore, e forse quella fu una fortuna. . Non sappiamo infatti quale sarebbe stata la sua sorte nelle grinfie di quelle belve (questo aggettivo non è political correct, ma me ne frego). Questa è una delle versioni più note della Sua morte.
La perdita di Negroponte colpì profondamente l'opinione pubblica veneziana e la morte dell'Erizzo fu presto oggetto di romanzamenti. Giacomo Rizzardo, testimone diretto degli eventi, si limita a raccontare che fu sgozzato dallo stesso Maometto, il quale si lavò poi le mani e il viso dal suo sangue.

Una delle versioni più macabre, e probabilmente ispirata alla Passione di Cristo, è tramandata da un anonimo veronese che racconta come all'Erizzo furono mozzati naso e labbra, quindi fu condotto vergognosamente per le vie di Calcide e infine venne impalato, morendo dopo un'agonia di tre giorni.

La variante più nota è quella riportata da Marcantonio Sabellico e da varie cronache (tra cui la Erizzo conservata alla Biblioteca Marciana): il governatore sarebbe stato segato vivo in due pezzi dopo che Maometto gli aveva promesso salva la testa - ma, subdolamente, non il resto del corpo. Questo episodio fu assai ricorrente nell'iconografia e fu divulgato grazie alla stampa; è rappresentato anche nella sala del Maggior Consiglio in un celebre dipinto di Pietro Longhi.

Dopo tanti secoli, oggi una Europa imbelle, guidata da eunuchi follemente innamorati del melting pot e del "political correct", si trova gli stessi eterni avversari di sempre, rappresentati dal mondo islamico. L'idea di ammansire una fiera con fiori e carezze, porterà a un disastro immane. Disastro che è già cominciato.

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