L'AMBRA E I VENETI CHE LA PORTARONO IN TUTTA EUROPA
LA VIA DELL’AMBRA
Cos’è l’ambra:
Le coste del mar Baltico erano anticamente coperte da foreste primordiali di abeti, che distillavano la resina appiccicosa che tutti ben conosciamo, da cui si ricava anche l’acquaragia. Questa, diventata residuo fossile, si rinviene ora come in epoca protostorica, tra la sabbia delle spiagge del mare del nord. Divenne subito oggetto prezioso di scambio, si poteva lavorare e divantava una pietra dorata che abbelliva le “parures” delle signore della civiltà hallstattiana (comune ai Celti e ai Veneti) o le armature e le armi.
Questa cartina :
E’ tratta dal saggio di Franco Marzatico, direttore del museo archeologico di Trento, dedicato agli “Scambi e commerci nel Trentino preromano”. Descrive il percorso dell’ambra, trasportata dagli antichi commercianti dal nord dell’Europa a sud verso il Mediterraneo (ma anche in Francia). Lungo questa strada troviamo varie popolazioni che portavano il nome di Venedi, Vendi, Veneti (Venetkens), Henetoi (estremità massima della diffusione dell’ambra sulle coste della Turchia). Ciò fa pensare (è l’opinione di studiosi di area slava e germanica) alla matrice comune di queste popolazioni, che si espansero commerciando l’ambra in Europa.
I Veneti e l’ambra:
Sembra che gli artigiani veneti fossero richiestissimi (Loredana Decapuis, Marzatico e altri studiosi), sia per la lavorazione di situle e armature, sia per la capacità di lavorare l’ambra (essendo stati i primi ad averla scoperta). Ciò spiegherebbe, la presenza di insediamenti venetici tra popolazioni celtiche, etrusche e altre italiche (Milazzo in Sicilia, Lazio preromano etc.).
Fonte “Scambi e commerci nel Trentino preromano” di Franco Marzatico.
Edito dalla Camera di commercio ind. Artigianato e Agricoltura di Trento.
Per la cortesia del dr. Edoardo Rubini presidente di Europa Veneta.
Cos’è l’ambra:
Le coste del mar Baltico erano anticamente coperte da foreste primordiali di abeti, che distillavano la resina appiccicosa che tutti ben conosciamo, da cui si ricava anche l’acquaragia. Questa, diventata residuo fossile, si rinviene ora come in epoca protostorica, tra la sabbia delle spiagge del mare del nord. Divenne subito oggetto prezioso di scambio, si poteva lavorare e divantava una pietra dorata che abbelliva le “parures” delle signore della civiltà hallstattiana (comune ai Celti e ai Veneti) o le armature e le armi.
Questa cartina :
E’ tratta dal saggio di Franco Marzatico, direttore del museo archeologico di Trento, dedicato agli “Scambi e commerci nel Trentino preromano”. Descrive il percorso dell’ambra, trasportata dagli antichi commercianti dal nord dell’Europa a sud verso il Mediterraneo (ma anche in Francia). Lungo questa strada troviamo varie popolazioni che portavano il nome di Venedi, Vendi, Veneti (Venetkens), Henetoi (estremità massima della diffusione dell’ambra sulle coste della Turchia). Ciò fa pensare (è l’opinione di studiosi di area slava e germanica) alla matrice comune di queste popolazioni, che si espansero commerciando l’ambra in Europa.
I Veneti e l’ambra:
Sembra che gli artigiani veneti fossero richiestissimi (Loredana Decapuis, Marzatico e altri studiosi), sia per la lavorazione di situle e armature, sia per la capacità di lavorare l’ambra (essendo stati i primi ad averla scoperta). Ciò spiegherebbe, la presenza di insediamenti venetici tra popolazioni celtiche, etrusche e altre italiche (Milazzo in Sicilia, Lazio preromano etc.).
Fonte “Scambi e commerci nel Trentino preromano” di Franco Marzatico.
Edito dalla Camera di commercio ind. Artigianato e Agricoltura di Trento.
Per la cortesia del dr. Edoardo Rubini presidente di Europa Veneta.
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