I CORROTTI SAN MARCO LI BANDIVA O ARRESTAVA

L’ASSISTENZA ai malati era un dovere degli stati cristiani, perciò, per individuare e colpire i profittatori e i ladri di risorse pubbliche si ricorreva anche alla delazione tramite le apposite bocche delle denunce, come quella che si trova alle Zattere, vicino alla chiesa di Santa Maria della Visitazione.

Anche chi rubava o lucrava su beni donati per la carità o il mutuo soccorso rientrava nella categoria degli infami. Per questo nell’androne di Scuola Grande di San Marco, oggi ingresso dell’Ospedale Civile, una lapide immortala il reo comportamento del Guardian Grando che sottrasse risorse finanziarie e depauperò il patrimonio dei confratelli:

ZUAN DOMENICO RIZZO FU GUARDIAN / 
DELLA SCOLA DI SAN MARCO BANDITO / 
DALL’ECCELSO CONSEGLIO DI DIECI PER /
L’INFEDELTA’ DEL SUO MANEGGIO ET PER / 
HAVER INTACCATI E VENDUTI LI CAPITALI / 
DELLA MEDESIMA CON INIQUE FORME E / 
FRAUDI ENORMI.

Lo stato veneziano era inflessibile quando giudicava gli amministratori disonesti delle istituzioni che dovevano assistere i bisognosi. fede e Carità, Religione e Ragion di Stato avevano fondato ospizi ed ospedali, garantendo che nei secoli i loro patrimoni non venissero intaccati da amministratori disonesti.

Per questa secolare continuità nell’impegno della fede e della politica per la salute e il mutuo soccorso, la lapide della Scuola Grande di San Marco affida ai posteri la condanna dell’amministrazione fraudolenta a danno dei poveri e degli indifesi come una preziosa lezione di civiltà.

Suggerirei di reintrodurre l’usanza di affiggere una lapide sulla casa dei pubblici ufficiali condannati per corruzione, a perenne memoria delle malefatte compiute.
Ci sarebbe solo un problema, i muri potrebbero essere insufficienti.

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