UN BEL ESEMPIO DI UN PECCATO CAPITALE - II PARTE
Il secondo messaggio riguarda i
pericoli della Vanità: una giovane donna con la fronte sprezzante ed il corpo
statuario esibito e contemplato davanti ad uno specchio.
L’eccesso della cura esteriore, di guardare solo a sè stessi, disinteressandosi per quello che ci circonda, è il tema rappresentato nel seguente pannello per il mobiletto.
Questo dipinto in particolare era
giusto destinato al portello di apertura dove si guardavano i prodotti per l’igiene
personale ed i cosmetici.
La cura della bellezza esterna non nutre
la vita spirituale che è quella che si mantiene giovane eternamente.
Qui è evidente che la giovane non dovesse invecchiare mai, anche se realmente è posta sopra il simbolo della
morte, il marmo rappresenta l’oscura pietra mortale....un monito per ricordare qual’è il
destino di tutti.
Giambellino è meraviglioso
giocando con la presenza dei tre putti, posti ai piedi della vanitosa donna;
stanno toccando un tamburo e trombe che da una parte acclamano il trionfo della
bellezza (come gli araldi dell’antichità che utilizzavano gli stessi strumenti),
dall’altra parte si evidenzia la natura temporanea del suono, il suo rapido
estinguersi.
Infatti gli strumenti sono
ampliamente presenti nelle rappresentazioni dei Vanitas vanitatum, comuni nel
XVII secolo .....Giambellino qui è un precursore di questo tema!
Lo specchio ad occhio di bue con
cornice dorata è straordinario: qui viene retto dalla vanitosa : Il vetro
materializza il peccato....un inquietante volto maschile avvolto in un abito
rosso.
La donna sta indicando lo specchio senza rendersi conto che il suo riflesso è un orrendo demonio, la vanità punita (molto comune nel Veneto la tradizione che alle bimbe si diceva di non guardarti tanto allo specchio perchè poteva apparire il demonio).
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