UN BEL ESEMPIO DI UN PECCATO CAPITALE


Un Peccato Capitale scomparso è quello della Malinconia ed il grande pittore veneziano Giambellino ci ha lasciato una bellissima, possiamo dire, interpretazione iconografica di questo difetto umano.

Questo dipinto fu commissionato, assieme ad altri tre, per decorare un mobiletto nuziale:  voleva essere un monito sulla concatenazione dei vizi.

Fu realizzato attorno il 1490 per il suo allievo Vincenzo Catena (questo si sa grazie all’elencazione testamentaria dei propri beni di Catena nel quale fa riferimento a questo mobiletto).

Potrebbe considerarsi come  l’antenato dei mobili da bagno con i necessaire per l’igiene personale ed il trucco;  quindi un genere di lusso e la cui realizzazione era proibita per legge.

Venezia, come già abbiamo letto più volte (non solo in queste pillole di storia), faceva una politica suntuaria che puniva l’ostentazione ed il lusso, soprattutto lo status symbol.

I sontuosi mobiletti da bagno quindi erano proibiti, ma nessuno rispettava le norme di governo: questi, assieme ad un numeroso elenco, erano illegali a partire del 1489.

La struttura di legno del mobiletto, ahimè, è andata perduta nel tempo ma, sono giunti fino a noi,  le tavolette che si conservano perfettamente.

Chissà il tema moraleggiante per un mobile di lusso era per diminuire la colpa per commissionare un oggetto proibito ed allo stesso tempo una forma per meditare diariamente dei rischi che si devono evitare nel corso della vita.

Questo tipo di allegorie erano abbastanza comuni all’epoca rinascimentale e Venezia, nel suo massimo splendore, ci offre magnifiche referenze.

Il rischio della Melancolia qui viene raffigurato in un momento specifico del giorno: può essere tanto l’Aurora come il Tramonto per dare un’aspetto inquietante nel celeste del cielo.

Un’imbarcazione priva di remi e timone che scivola sulle acque scure, trascinata dalla corrente; nessuno si preoccupa di correggere la rotta che inevitabilmente va verso il disastro.

Una donna elegante è seduta dentro della barca, il cui abito si gonfia a causa del vento (come il peplo della dea bendata), sostiene fiaccamente tra le mani la sfera della fortuna.

Gli occhi sono chiusi, il volto è gravato dalla malinconia che s’inclina verso il petto; due bimbi vicino a le hanno un comportamento disperato cercando di comprendere perchè la madre non fa loro caso e cercano di attirare la sua attenzione inutilmente....una agghiacciante invocazione.

La disattenzione della madre è drammaticamente espressata: non si accorge che due dei suoi bimbi sono caduti fuori dell’imbarcazione e, presi nel vortice della corrente, saranno inghiottiti dalle tormentose acque.

La malinconia devastante che si concentra solo  nel proprio dolore della psiche noncurante del mondo che circonda la persona.....con il tempo questo peccato fu incluso con l’Accidia.
Oggi questa rappresentazione può simbolizzare perfettamente alla maggior parte dei politici che come la donna posta al governo della barca (Nazione) senza remi nè timone, lascia scappare la sfera della fortuna del Paese e non si preoccupa della disattenzione dei figli (il popolo) tanto che molti muoiono (in tutti i sensi) nel cammino della Storia!!!

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