GRANATIERE VENETO DEL FINE '700
Abbiamo una riproduzione della sua uniforme, grazie agli acquerelli del capitano di Fanteria, di stanza a Verona all’arrivo di quello che diventerà poi l’I. (imperatore o infame, o imperatore infame, fate voi )Napoleone, allora comandante in capo dell’armata francese.
I Granatieri, come indica il nome, avevano il compito di lanciar granate, per demolire le difese del nemico, o scompigliarne le fila. Le granate erano delle bombe a mano sferiche, dotate di miccia, ben rappresentate nel fregio del colbacco e della piccola giberna che conteneva i “ferri del mestiere (pietre focaie, acciarino e miccia pronta), posta sul ventre del nostro soldato. La gibernetta era un astuccio piccolo, la giberna vera e propria era a tracolla, come per tutti i fanti normali.
La giberna pendeva quindi sulla destra del granatiere, la gibernetta era sul davanti, sopra il gilet. Il colbacco di pelle d’orso era in realtà in uso solo nelle parate. Un conoscente ha rintracciato in archivio di stato a Venezia, una disposizione del comando che provvedeva a fornire di colbacco la compagnia granatieri di un reggimento, destinato a ricevere a Bassano una principessa austriaca, in visita di cortesia. Altro particolare interessante: sulla bandoliera bianca, un acciarino pronto all’uso.
Ogni reggimento di fanteria aveva una compagnia di granatieri. Le uniformi, a parte il colbacco, furono sempre identiche a quelle degli altri fanti. A fine ‘700 erano di lana blu d’inverno, con pantaloni al ginocchio di “rigadino bianco” nei mesi caldi (tela o seta, per gli uffiziali, bianca).
colbacco adorno di granata, non di piastra, una piccola granata, presente ora anche nelle giberne dei carabinieri
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