L'AUSTRIA E LA PERSECUZIONE DEI VENETI DI ISTRIA E DALMAZIA

Federico Moro è uno storico che ha una visione acristiana della storia di Venezia, in particolare mi ha lasciato perplesso un libro che leggeva in chiave prevalentemente esoterica monumenti e opere d'arte della nostra Capitale. In un articolo da cui traggo la nota, demolisce certe descrizioni di  Custoza, Lissa fatte in chiave "nazionalista" veneta. 

E' giusto leggere anche l'altra campana...ma poi che ci venga a raccontare che oggi parleremmo tedesco o slavo e quindi è meglio essere italioti, beh.. "chi si contenta, gode", si diceva un tempo.  Meglio provare a ridiventare Veneti.  Forse gli manca quel senso di appartenenza a un popolo che invece si sta sempre più diffondendo. Malgrado i Federico Moro di turno. 

Nell'articolo ho comunque trovato interessante la descrizione che lui fa dell'azione persecutoria della Corona austriaca, verso i veneto dalmati.  Vi riporto quanto scrive: 

A proposito, agli ammiratori e nostalgici degli Asburgo vorrei anche ricordare che l’avvio della politica antiitaliana in Istria, a Fiume e in Dalmazia, che porterà alla tragedia dell’Esodo nel secondo dopoguerra, lo si deve al mite e gentile Francesco Giuseppe d’Asburgo. È, infatti, nella seconda metà dell’Ottocento che lungo il Litorale e nelle Terre della Corona di Santo Stefano, più nel primo che nelle seconde, inizia una sistematica persecuzione dell’elemento etnico italiano. Si comincia con il Consiglio della Corona del 12 novembre 1866. Il verbale recita testualmente:

«Sua Maestà ha espresso il preciso ordine che si agisca in modo deciso contro l’influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni della Corona e, occupando opportunamente i posti degli impiegati pubblici, giudiziari, dei maestri come pure con l’influenza della stampa, si operi nel Tirolo del Sud, in Dalmazia e sul Litorale per la germanizzazione e la slavizzazione di detti territori a seconda delle circostanze, con energia e senza riguardo alcuno».

Niente di nuovo, comunque perché il feldmaresciallo Radetzky aveva sostenuto in precedenza che

«Bisogna slavizzare la Dalmazia per toglierla alla pericolosa signoria intellettuale di Venezia alla quale le popolazioni italiane si rivolgono con eccessiva ammirazione»

Radetzky non aveva parlato invano. I dalmati italiani diminuirono sia in assoluto che in percentuale, come provano le statistiche ufficiali austriache.

Riassumendo: nel 1845 una stima calcolava gli italiani al 19,7% della popolazione dalmata; nel 1865 il censimento asburgico registrava 55.020 italiani, pari al 12,5% degli abitanti; nel 1910 un nuovo censimento ne contava 18.028, pari al 2,7% dei dalmati. Dal 1845 al 1910 gli italiani di Dalmazia si ridussero quindi dal 19,7% al 2,7% della popolazione totale.
La snazionalizzazione degli italiani di Dalmazia avvenne sotto l’azione congiunta dello stato imperiale e dei nazionalisti croati locali.

Mi fermo qua per ragioni di spazio ma ci tornerò perché lo stesso discorso può essere fatto per gli italiani della Venezia Giulia e del Trentino. Italiani o “veneti”, naturalmente, perché in realtà delle stesse persone, della medesima lingua e cultura si tratta. Con buona pace degli ammiratori del mito asburgico e dell’”Austria era un paese ordinato”.
Tutto quanto accade, dunque, a partire da poco meno di un secolo prima che la Jugoslavia di Tito si scateni contro l’elemento italiano residuo nella Venezia Giulia, a Fiume e in Dalmazia. Aveva avuto nell’Austria asburgica un formidabile insegnante.

Commenti

  1. Interessante !
    Giustamente m'interesso di recente alla storia montenegrina dei miei avi Veneti ! :-)

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  2. https://felicitamodna82.wordpress.com/tag/publications-felicita-ratti/
    spiace vedere avvalorare da presunti indipendentisti veneti le più strampalate falsità italiane

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  3. Lorenzo Lorenzo.. chi le scrive è tutto fuori che un indipendentista.

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  4. Immaginavo ... facile fare gli indipendentisti veneti alle bocche di Cattaro e zitti in Veneto. Gli italiani "slavizzati" erano solo che croati che vivevano un risveglio nazionale e tornavano alla lingua madre.

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    1. Il dalmatico, estintosi alla fine del XIX secolo, e l'istrioto stanno a dimostrare che le parlate romanze dell'Adriatico orientale non sono certo ascrivibili al veneto "coloniale". Studiando l'origine dei cognomi, spesso anche i cognomi slavi hanno radici latine, come sono stati slavizzati i cognomi morlacchi e istrorumeni. Questo è soprattutto dovuto al fatto che il clero di campagna, che teneva i registri parrocchiali, era in gran parte slavo, capace di tradurre Meldola, il più grande pittore dalmata in Medulic.
      Andrei piano con il pancroaticismo degli abitanti della costa, totalmente antistorico.

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  5. L'ordine di germanizzare e slavizzare di Francesco Giuseppe non è per nulla una bufala. L'ordine è stato dato, è perfettamente conosciuto dagli storici ed è largamente studiato. Le sue misure sono state applicate ed hanno avuto un effetto pesantissimo in Dalmazia e non solo. In Dalmazia un tempo la maggioranza della popolazione era latina ed era di lingua e cultura italo-venete. La croatizzazione forzata ha cancellato tutto ciò. http://www.nuovomonitorenapoletano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1339:l-agonia-della-dalmazia-italiana-sotto-francesco-giuseppe&catid=85:storia-del-risorgimento&Itemid=28

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  6. Boiate di forum irredentisti smontate qui https://felicitamodna82.wordpress.com/2012/03/31/il-genocidio-inventato-e-la-massa-di-pecoroni-ignoranti/

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    1. Su patriottismo forum hanno risposto punto su punto a ciò che ha scritto quella lì che cita lei. Senza che nessuno li contestasse! https://patriottismo.forumcommunity.net/?t=42882887&st=390

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