"CALAR LE BRAGHE" L'ORIGINE DEL DETTO E LA PIETRA DEL VITUPERIO A PADOVA

E' un detto comune, quello di "calar le braghe di tela"o "restare in mutande" per indicare un segno di resa o di estrema povertà. Ebbene, tutto nacque in pieno Medio Evo, quando, in diverse città del nord Italia, il debitore insolvente era obbligato a sedersi su una pietra apposita, con le brache calate.
Un esempio di tale usanza lo troviamo nel famoso Palazzo della Ragione di Padova, luogo dove si amministrava (anche) la giustizia.  Nel "Saeon" (Salone) così lo chiamano i padovani, è conservata la "pietra del vituperio" dove il debitore insolvente doveva esposrsi in mutande, al pubblico ludibrio. 
Solo l'intervento di Sant'Antonio, pare abbia posto fine alla pena del carcere a vita, che prima veniva prevista agli insolventi. Lui sembra che abbia suggerito questa pena alternativa.  .  

Nell"€™angolo nord orientale è collocata la pietra del vituperio, posta nel 1231, si dice, su richiesta di S.Antonio e utilizzata quale berlina per i debitori insolventi. Secondo gli statuti del 1261, il debitore insolvente in camicia e mutande (di qui l'€™espressione "restare in braghe di tela" per indicare chi aveva perduto i propri beni) vi si doveva sedere tre volte, pronunciando la frase cedo bonis. Espulso dalla città , se si ripresentava e vi era colto, veniva sottoposto nuovamente a questa procedura, con l"€™aggiunta del rovesciamento di tre secchi d"€™acqua sul capo. -

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