PARONA LA CASCA! LA VARDA CHE FIOCHI! LA TACA, LA TACA, LA VIEN A BALOCHI

Ve farà vegner i sgrisoi al cor. Na bea poesia de RICCARDO SELVATICO  in lengua veneta, venessiana.

LA NEVE
Arlecchinata

Parona, la casca!
La varda che fiochi!
La casca, la taca,
La vien a balochi.

Che gusti, che godi!
La taca e in altana
I copi coverti
Par piati de pana;
De pana, parona,
E ben preparai,
Che tuti i camini
Xe storti im pirai.

Che gusti, che godi!
Da basso el campielo
La varda co lisso,
Co bianco, co belo,

El par una torta,
Dasseno che mora!
Co' tuta la giazza
Butada per sora.

El pozzo de mezo?
Oh caro! un budin
Coverto pulito
De zucaro fin.


Mi solo a pensarghe,
Bisogna che ingiota;
Parona, la tasto?
Oh cagna, la scota!

La scota e xè giazzo,
Vardè che barona !
L'è proprio compagna
Del cuor de la dona.

Oh Dio! ma che sgrissoli,
Devento un sorbeto;
Parona, coremo,
Fichemose in leto.


Coremo, parona;
La varda, oramai
In scufia da note
S'à messo i ferai.

Oh Dio che delizia!
Sentir sto supieto
E intanto voltarse,
Niciarse al caldeto.

Che gusti, che godi!
Go caldo e xe giazzo,
Go el cuor che me sbisega,
So tuto un tremazzo,

Perchè - ghe lo digo,
Parona, in scondon
Ancuo Colombina
Co' un far cocolon

Tremando dal fredo,
M'à dito cussì:
Se dura sta neve,
Me scaldistu ti?

Commenti

  1. Dasseno che mora. Che significa? E supieto? Grazie!

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    1. Dasseno che mora: Ma davvero, che possa morire qui. Supieto: piccolo soffio.

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  2. Bella e sempre attuale, perché Venezia è sempre così, magica!

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  3. Da bambino mi facevano salire sul tavolo di cucina, a casa di mia nonna materna, e gli zii e zie me la facevano recitare.

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    1. Da piccolo a scuola me lo hanno fatta apprendere a memoria. Ora con tanta nostalgia la rileggo e la apprezzo ancora di più

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  4. Me la recitava mia nonna ... la adoro

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  5. Bellissima poesia. Bellissima venezia

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  6. "Storti impirai" = i campanili infilzati? Chiedo lumi.

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    1. Una volta, non so se si usi ancora, nei bar dove vendevano la panna montata, si usava mangiarla " co i storti": delle cialde sottili, dolci e lisce a forma di cono , che si riempivano di panna, appunto. Penso che "storti impirai" significhi storti ripieni

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    2. Impirai: piantati, o "impiantati" per ritrovare lo stesso suono, più correttamente infilzati. Immagino (ma speculo) da "inforchettati" visto che forchetta è il piròn. I comignoli che sembrano coni gelato piantati sui tetti.

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  7. A distanza di più di quattro anni (1 Aprile 2019) mi ricordi il commento che feci di questa bella poesia che ancora recito, per me stesso.
    Con la nostalgia dell'infanzia e di un caro amico che non c'è più.

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