IL FRIULI E L'AMORE FILIALE VERSO VENEZIA: W SAN MARCO!

brani tratti da IL DOGE TRADITO di Paolo Zoccoletto 

ed. Ottoniane, libro stampato per il bicentenario della fine della Serenissima con contributo regionale.

- le offerte spontanee – 
- …Ma l’iniziativa che probabilmente assunse una maggior rilevanza economica fu quella rivolta a sollecitare i sudditi perché venissero in aiuto allo stato con offerte dettate solo dal loro senso civico. Nonostante che l’idea fosse venuta quando ormai buona parte della Terra Ferma orientale era occupata dai francesi, e quindi era impedito ai sudditi ogni contatto con l’amministrazione statale, in pochi mesi furono offerti spontaneamente quasi 1.350.000 ducati, vale a dire la decima parte delle normali entrate annue di bilancio. 
- Si aprì una gara tra comunità, conventi, parrocchie, confraternite, associazioni di categoria, famiglie ebraiche, aziende, privati cittadini per dare allo stato soldi, materiali e servizi. 
- Certamente le offerte che personalmente più commossero il doge furono quelle della sua patria originaria friulana. Il Consiglio di Udine, non avendo al momento alcun fondo di cassa, decise di indebitarsi per 30.000 ducati. La popolazione di un villaggio della lontana Carnia si tolse di bocca le poche lire che aveva per consegnarle al luogotenente e quindi mandarle al serenissimo principe. 
- Allorchè lo stato era tutto in mano agli occupanti francesi e tutte le scorte immaginabili erano rubate da grani e cantine, la popolazione di Tarzo volle dimostrare il suo attaccamento e la sua fedeltà con l’offerta dell’unica cosa rimasta: il sangue delle vene. 

Da documento originale archivio di stato Ve Senato offerte spontanee f.2 


Offerta spontanea decisa dalla popolazione di Mezzo , Fuori e Rin il 10 luglio 1796. 

Sebbene situato questo comune con una popolazione di 140 famiglie nei più remoti e sterilissimi luoghi della valle della Carnia, senza traffico, né commercio di sorte per essere in mezzo a rapidi torrenti da una parte, che dirupano le strade per ogni pioggia o screscenza d’acqua, che spesse volte nell’anno accade, e dall’altra parte verso settentrione tra le più alpestri montagne, che formano il termine dell’Italia ed il confine di questo serenissimo dominio veneto, sempre custodito da noi con la più sacra e scrupolosa fedeltà, e sebbene dobbiamo ogni anno supplire a gravissime spese per il mantenimento di ponti, fortilizi e strade nell’interno del nostro distretto e nell’esterno alla concorrenza del peso per il mantenimento delle strade e della custodia di ponti importanti con altri abitanti di questa medesima valle di Carnia, ci prostiamo genuflessi noi uomini componenti questo comune e per nome nostro e di tutta la popolazione avanti sua eccellenza signor Luogotenente di Udine e graziosissimo capo di questa Provincia, onde benignamente si degni e gradisca di accettare la tenuissima volontaria offerta, procurata da noi con molta fatice, che facciamo nelle presenti circostanze al Serenissimo augusto Principe di lire 2000 in dimostrazione del nostro affetto e incontaminata nstra fede di sudditanza, che manteniamo e manterremo per tanto adorato Sovrano sino all’ultimo spargimento del nostro sangue, supplicando ancora la grazia del prelodato eccellentissimo preside di accompagnare la presente devotissima nostra offerta a Sua Serenità 
Riportò voti sì n. 28 e nessuno al no, con l’unanime tono di voce dicendosi da tutti: Viva San Marco! 

Da documento originale archivio di stato Ve Senato militar Terra Ferma. 

Offerta spontanea decisa l’8 aprile 1797 dalla Comunità di Tarso. 

Volendo questi devoti sudditi, sugli esempi anche dei loro autori, nelle attuali circostanze dare maggior prova all’adorato loro Principe della loro incorrotta devozione e fedeltà, tutti unanimi e concordi acclamarono e confermarono tali loro sentimenti, stabilendo che due individui portrsi debbano personalmente a Sua Serenità, onde a nome di tutta questa fedelissima comunità non solo prestar ai piedi del trono sacro il giuramento di fedeltà e sudditanza, ma eziandio offrire le vite e le sostanze di tutti questi abitanti, che disposti sono versare occorrendo il sangue per il benigno veneto dominio. 

Commenti

  1. Anche il Friuli, come la Lombardia Veneta e tutti i Veneti Dominii è stato messo a ferro e fuoco dalla Armée d'Italie del giovane generale Napoleone Buonaparte (sì, essendo corso aveva questo cognome, che poi francesizzò in Bonaparte).
    Anche la Carnia fu invasa e sottomessa con la massima brutalità e anche lì le comunità insorsero a difesa della Repubblica, ma anche per difendere se stesse.
    Lo dimostra questa episodio: il 16 aprile 1797 a Castions delle Mura, una pattuglia francese mandata lì dal Comando di Palmanova a requisire fieno per cavalli trascina via delle ragazze del posto; i giovani del Paese accorrono per liberarle armati di roncole e forche, con cui fanno a pezzi alcuni aggressori, mentre altri sono percossi e imprigionati a Bagnaria. L'accaduto non passa inosservato allo stesso Napoleone, tanto che il generale Guillaume, di stanza a Palmanova, è sul punto di dare alle fiamme il villaggio di Castions, ma il Luogotenente N.H. Alvise Mocenigo, rimessosi al Senato, limita la rappresaglia a quattro arresti simbolici, mentre i soldati sono rilasciati e tornano a Palmanova. Quattro giorni dopo Mocenigo riceve una lettera del generale di divisione Louis Baraguey d'Hilliers il quale esige che entro 24 ore gli siano consegnati cinquanta dei colpevoli e soprattutto il curato di Castions, per metterli sotto la Corte Marziale e fucilarli. Baraguey pretende di radere al suolo Castions ed erigere una colonna d'infamia. Mocenigo si reca a Gemona, dove risiede Baraguey, per una ricomposizione, ma senza risultato; invece, due giorni dopo Lucia, consorte di Alvise, interviene a Gemona presso la moglie del generale e la convince a placare il marito; la vicenda si conclude così.

    Morale: Venezia non poté respingere la furia giacobina dei Francesi, ma fece tutto il possibile per proteggere la popolazione. L' "Armata d'Italia", arrivata sulle note della Marsigliese e sull'onda della libertà ideologica targata "Fraternità, Uguaglianza, Legalità" era un'orda di assassini e Napoleone è giustamente considerato il vero fondatore dello Stato Italiano.
    E' naturale che la Patria del Friul si identificasse in tutto e per tutto con la Veneta Serenissima Repubblica.

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