CREMA E' ANCORA SERENISSIMA, lo scrive un cremasco.
Leone di San Marco, quando Crema era Serenissima
Pubblicato il 5 dicembre 2016 da Il tarantasio
Oltre 200 km separano Crema da Venezia, i veneziani hanno il canal Grande, noi abbiamo il canale Vacchelli (per usi diversi comunque altrettanto romantico), ma il vero legame che unisce le due città è fondato su un passato comune in quello che era lo “Stato da Tera” della repubblica serenissima.
Un’unione antica che però è ancora ben visibile nella nostra città di Crema con quello che è il simbolo principe della repubblica veneta: IL LEONE MARCIANO. Il più bello e maestoso sovrasta ancora la piazza del Duomo quasi a proteggerla e ricordare le nostre radici.
Venezia, negli anni di dominazione (dal 1454 al 1797), decise di imprimere i suoi simboli nella nostra città per esibire al massimo i valori che rappresentavano la repubblica serenissima in quegli anni al massimo splendore, raffigurazioni molto presenti soprattutto nel cremasco, lembo di terra che era a tutti gli effetti un vero e proprio exclave nel territorio del ducato di Milano..
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L’emblema del leone di San Marco è il simbolo araldico di potenza; il libro simboleggia i concetti di sapienza, la spada è l’incarnazione oltre che del prestigio militare anche della giustizia. L’aureola, spesso presente nelle pitture, ricorda che il leone è la raffigurazione del santo protettore dell’impero veneto: SAN MARCO. Sono presenti tutti i caratteri con cui Venezia ama descrivere sé stessa: maestà, potenza, saggezza, giustizia, pace, forza militare e pietà religiosa. Un prestigio voluto trasmettere anche al territorio cremasco con monumentali opere sia in campo tecnico sia dal punto di vista culturale. La dominazione veneta ha di fatto garantito a Crema un periodo di prosperità e di miglioramento economico e sociale tanto più evidente se confrontato con il vicino Ducato di Milano, descritto in quei secoli anche nei Promessi Sposi.
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Un’epoca fondamentale per la nostra città, un’epoca che abbiamo il dovere di VALORIZZARE E PROMUOVERE. I nostri leoni sono scampati alle devastazioni napoleoniche quando vennero distrutti, nel 1797, migliaia di bassorilievi e simboli del Leone Marciano su preciso ordine di Napoleone. A Crema in quell’epoca si gridava ancora “Par Tera e Par Mar, Viva San Marco” e il ricordo di quel periodo di benessere non poteva essere cancellato dagli scalpelli francesi. Napoleone non è riuscito a cancellare Venezia dal cuore dei cremaschi, non lasciamo che il tempo e il disinteresse compiano l’opera!
Daniel Bressan
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