I LADRI FRANCESI E IL SACCO DI VICENZA, TUTTO SCRITTO SU UN RARO DOCUMENTO



Da un documento della municipalità giacobina, fortunosamente salvatosi perché fu sottratto come souvenir da un archivio municipale in occasione dei moti del 1848,  custodito poi con amore dai discendenti del soldato Andreas Klozlovic dell’esercito imperiale austro ungarico, autore del “furtarello”, traiamo queste notizie sul vero e proprio sacco della città, durante la prima occupazione francese.
Quel militare austriaco-bosniaco si sposò poi con una giovinetta vicentina e i suoi discendenti vivono tuttora lì. L'autore della nota, fu ospite diversi anni fa, proprio del discendente omonimo di quel soldato. Così  Andrea Klozlovic, purtroppo deceduto negli anni passati, poté prepararci un articolo nell’ormai lontano 1997, quando l’associazione oplologica (di amanti delle armi antiche, gente assetata di sangue… 😉  ) di cui ero segretario decise di dedicare un volume alla commemorazione del bicentenario della caduta della Repubblica di Venezia.
Ecco alcuni esempi della “rapina a mano armata” contro una nazione neutrale e in particolare contro il distretto del “visentin-bassanese”, in dieci mesi di governo “democratico” francese:
quasi 15.000 quintali di frumento, due milioni di razioni di pane da 800 grammi l’una, 1500 buoi e vacche, 692mila libbre di carne suina, 753 quintali di sale e poi riso, fagioli, farina.

“All’inizio ho parlato di soldati scaglionati – prosegue A. Klozlovic nel suo racconto – e infatti, dai dipinti e dalle testimonianze dell’epoca, sappiamo che i francesi sembravano bande di pezzenti che si rivestirono a spese delle municipalità italiane. A Vicenza la guarnigione pretese 2500 uniformi, 6100 camicie, 3000 cappelli,528 berrettoni di pelo, 6334 scarpe (non paia perché allora la destra era uguale alla sinistra) ed inoltre 115 cavalli per un paio di squadroni francesi dino ad allora “ésquadron” solo di nome perché in realtà appiedati.
E poi requisizioni di denaro da parte di ufficiali e generali – ad esempio il generale Baillard 25.000 lire e, per non essere di meno del loro comandante lo Stato Maggiore della 5a divisione francese si faceva consegnare 30.000 lire, naturalmente ad imprestito.
Vi fu un aspetto delle requisizioni che irritò particolarmente i vicentini: i francesi di stanza in città si mostrarono particolarmente assetati. Nei mesi dell’occupazione si bevvero 836.350 pinte di vino (la pinta corrispondeva grosso modo a un litro). In breve tutta la città si trovò senza una goccia di vino e le 120 osterie dovettero chiudere i battenti”.

Post scripum: il documento citato si intitola “Stato delle somministrazioni in viveri e foraggi, in vestiti ed equipaggi da 8 fiorile anno V (27 aprile 1797) a tutto Nevoso anno VI (19 gennaio 1798). E’ un manoscritto di cm. 70 per 50, ancora conservato dalla vedova signora Kozlovic.

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