ROVINJ ... O ROVIGNO? UN ROVIGNESE ESULE NE RICOSTRUISCE LA STORIA


Nel 2010 Gianclaudio Angelini, rovignese esule dalla lontana infanzia puntualizzava in risposta a un articolo comparso in una rivista, che potrete leggere nel link sottostante. 

Se è pur vero che, come dice l'articolo che l'81,85 % degli attuali abitanti della cittadina istriana sono croati e chiamano la città Rovinj (pronunciato Ròvign) sarebbe il caso di precisare che tale denominazione risale solamente al 2° dopoguerra che, col trattato di pace del '47, ha ceduto l'Istria (tranne Muggia) alla Repubblica Federativa di Jugoslavia. Avvenimento che ha causato l'edodo di circa l'80% dei suoi originari abitanti che l'hanno sempre e soltanto chiamata Rovigno o nel dialetto locale Ruvèigno. Nonostante si citi la permanenza di una rilevante comunità italiana ed il fatto che lo statuto del comune preveda il bilinguismo perfetto, l'articolista si ostina, pur scrivendo in italiano, a preferire il recente toponimo croato piuttosto che l'originaria denominazione italiana. Si lancia poi in un excursus storico pieno di imprecisazioni: il così detto "villaggio di pescatori" già nel periodo bizantino intorno al VII-VIII secolo Rovigno era la terza cittadina istriana dato che versava all'erario bizantino 40 soldi mancosi superata solamento dai circa 60 di Pola e Parenzo. Data dall XIII secolo e non dall'XI, come affermato, la dedizione della cittadina istriana alla potente vicina adriatica. Ovvero bisogna arrivare al 1283 quando il Consiglio maggiore e l'Adunanza del popolo di Rovigno sigleranno la dedizione a Venezia. Se la denominazione Rovinj può passare per indicare l'attuale città istriana scrivere che le reliquie di Sant'Eufemia "arrivarono miracolosamente a Rovinj nell'anno 800" è veramente ridicolo... è come scrivere che Giulio Cesare conquistò la Francia! Per le isole l'autore dell'articolo, stranamente, usa la toponomastica italiana ma chiama Isola Rossa quella che, se volese usare l'originale toponomastica istriana, dovrebbe chiamare Isola di Sant'Andrea accettando la versione in italiano del più recente toponimo croato. Per non parlare del Canal di leme che diventa il Fiordo di Lim... Se nel tratteggiare le cittadine della costa istriana si cita correttamente il doppio toponimo non si capisce poi perchè nel corpo di questo e dei susseguenti articoli dell'inserto di Bell'Europa "CROAZIA - Vista dal mare" si usi poi solamente il toponimo croato quando scrivendo in italiano è prassi usare la forma italiana anche per città che nulla hanno a che fare con l'Italia come Londra, Parigi, Colonia o... Zagabria! perchè allora non usare dopo aver fornito l'attuale denominazione ufficiale il toponimo italiano e storico delle cittadine istriane? cosa che facevano gli Austriaci e gli Ungheresi?? Forse a breve arriveremmo a scrivere l'Impresa di Rijeka o la Mula di Porec... mala tempora currunt!!!

l'articolo di Roberto Motadelli

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