PICCOLE GRANDI STORIE IN TRE FERRI DI CAVALLO


Avevo del copioso materiale a disposizione, oggi, ma maneggiando questi ferri di equino, mi è venuta voglia di parlarvene un poco. E' sempre della storia dei Veneti che parliamo e per certi aspetti, per me,  è altrettanto affascinante di quella dei grandi personaggi di cui spesso mi occupo, perché ci fa capire meglio come vivevano i nostri avi.

Comincio da quello di mezzo, il più sottile e consunto: trovato da me sotto la "tesa" (il fienile sopraelevato) della stalla del rustico che restaurammo in maniera filologica (la consorte ed io) a Preganziol di Treviso.
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Ci racconta  di miseria e di pochi mezzi  a disposizione, lo dice il sottile metallo e la forma dei chiodi mi rimanda a tempi molto lontani, in cui tali chiodi erano prodotti a mano nei dintorni di Forno di Zoldo (in Cadore).
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 La relativa piccolezza dell'arcata mi suggerisce che appartenesse a un mulo o a un asino. Probabile che risalga ai primi dell'Ottocento o a fine Settecento e che i proprietari del "musso" fossero i contadini che lavoravano la campagna, alloggiati nel rustico,  un tempo di proprietà della diocesi di Treviso.


Il primo ferro a sinistra, assieme all'altro a destra, è saltato fuori ai bordi della mulattiera poi diventata carrabile, che passa davanti casa, allargata dai prigionieri russi per conto degli austro ungarici, nel 1917, quando questi occuparono la valle di Seren posta nelle retrovie del Grappa.
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Apparteneva senza dubbio a un cavallo, date le dimensioni e la robustezza: è anche esso molto antico, lo si intuisce dal tipo dei chiodi fabbricati a mano e non di produzione industriale come invece nell'ultimo a destra.
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 Mi fa pensare all'epoca in cui il mulino della valle era ancora in funzione, a un chilometro da me esiste ancora l'edificio, spoglio però di ogni ricordo dell'antica funzione.L'equino avrà portato senzaltro dei sacchi di granaglia  (granturco, sorgo) da macinare per qualche famiglia del posto.

Il terzo infine... lo colloca come tipologia a un'epoca più moderna e industriale: è fatto in serie, e anche i chiodi sono prodotti di serie. Ho dedotto che appartenesse a un equino degli austro ungarici "arruolato" per portare pesi o munizioni alle truppe in prima linea.

Ecco quindi, a saper leggere nelle cose, tre situazioni, tre quadri che ci riportano in mondi ormai lontani (sperando sempre di non aver preso qualche granchio). 😊



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