I VENETKENS, ARRIVATI DALLA POLONIA. ECCO COME E PERCHE'



Nella seconda metà del II millennio fu gran parte dell’Europa continentale a essere interessata da importanti spostamenti di popolazioni alla ricerca di condizioni di vita più favorevoli in un momento in cui le temperature globali si abbassavano, rendendo più difficoltosa la vita nell’emisfero settentrionale.


Proprio alle trasformazioni climatiche e a un veloce irrigidirsi del clima nel corso del XIII secolo a.C. che si deve imputare una serie di spostamenti di popoli da nord a sud del continente europeo, migrazioni i cui protagonisti più famosi furono la cosiddetta cultura dei Campi delle Urne, popoli indoeuropei che andarono ad interessare in particolare l’Europa centro occidentale e l’Italia.
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Gli storici non conoscono i nomi di questi popoli, definendoli come appartenenti a un unica cultura materiale indoeuropea con il nome di “Cultura dei Campi delle Urne”, chiamati così per le loro usanze funebri di incenerire i morti. Civiltà proto celtica ma anche proto italica che si diffuse in Italia, in Francia e nei Balcani in quel periodo sottomettendo le popolazioni autoctone.


In Italia a farne le spese furono le locali e ricche e fiorenti culture delle Terramare costituite da popoli di razza Alpina e Mediterranea, presenti fin dal Mesolitico con l’antica cultura della ceramica Epi-Cardium. La fine delle Terramare sarà traumatico con lo spopolamento di intere zone lungo l’asta del Po e la conseguente migrazione verso l’Appennino centro meridionale. Se vaste zone dell’Italia settentrionale resteranno spopolate altre saranno occupate dai nuovi venuti, portatori della nuova cultura dei Campi delle Urne.


Molti i popoli di questa cultura che a più riprese varcheranno le Alpi verso l’Italia nel corso del XIII secolo a.C., i nomi delle stirpi coinvolte in questo processo epocale non ci sono note direttamente. Possiamo dedurre che la cultura Atestina sia l’espressione dei Paleoveneti, i cui mercanti e artigiani almeno due secoli prima del XIII secolo a.C. avevano cominciato a stanziarsi nell’Italia nord orientale, come dimostrano le prime necropoli a incinerazione della regione . Paleoveneti che, per il mondo accademico slavo, polacco e sloveno in particolare, presentano forti legami con la cultura di Lusazia (attuale Polonia), cultura affine a quella dei Campi delle Urne anche se con peculiarità proprie.


Interessante notare che in quella stessa area in epoca alto medioevale vi era stanziato il popolo Vendel che perpetua la sua esistenza nelle attuali popolazioni slave, così come i Vandali originano da quella stessa regione. Si può, poi, ipotizzare che i Veneti celtici dell’Armorica, protagonisti della prima battaglia navale oceanica documentata durante la conquista della Gallia da parte di Cesare, originassero dallo stesso ceppo dei Veneti stanziati alla fine dell’età del bronzo in Italia.


Parenti stretti dei Veneti dal punto di vista linguistico furono gli Illiri e i Latini, appartenenti alla cultura dei Campi delle Urne. Questi ultimi, insieme agli Italici, si stanzieranno in Italia centrale intorno al XIII secolo a.C. trovandosi isolati dal resto dei popoli dei Campi delle Urne più a nord separati dalla cultura Villanoviana, fusione quest’ultima tra i nuovi venuti indoeuropei e gli autoctoni che crearono una loro peculiare civiltà.

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