ANDAR IN PIASSA

Piassa (piazza), una parola che cambia significato secondo l'uso che se ne fa nella parlata popolare

Andar in piassa, far do vasche in piassa, eser in piassa, so stà in piassa, vado al marcà in piassa, alcuni dei tanti modi di usare il termine piassa ed ognuno con un significato differente dall'altro.

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<... bruto in fassa, beo in piassa ....> (bruttino appena nato, bello da grande) come viceversa “beo in fassa, brutto in piassa”.
<...ti ze in piassa, ara che cerìca ...> (uomo che inizia a perdere i capelli o ne ha pochi).
<... cuando che ti scominsi a eser in piassa ...> (iniziare a diventare calvo).
<... marco de piassa ...> (cacciatore di amicizie femminili, anche tra le turiste).
<...i fioi se come i colombi che i caga in piassa ...> (i bambini dicono sempre la verità e non rimangono zitti).
<... el xe paron de 'na piassa ...> (ha la calvizie alla San Francesco).
<... se el va in piassa, i colombi ghe becca el culo ... > (riferito a persona di bassa statura).
<... el scartosso del gran in piassa ...> (cartoccio, il cono di carta, con i chicchi di mais venduto in piazza SanMarco per dar da mangiare ai colombi).

VENEZIA
Piazza San Marco è l’unica piazza di Venezia in quanto gli altri spazi aperti vengono chiamati Campi, è sempre stata il cuore di Venezia.
I più importanti campi sono: Campo San Polo, Campo San Bartolomeo, Campo Santa Margherita, Campo di Santo Stefano, Campo Santa Maria Formosa.



VERONA


Piazza delle Erbe è considerata la piazza centrale. Già dai tempi dei romani questa piazza aveva un suo ruolo, è sempre stata il centro socio-economico della città con il mercato delle spezie. Originariamente aveva forma rettangolare ora è una specie di rombo dove domina ancora la colonna con il leone alato di San Marco.
Piazza Brà è una delle più famose di Verona dove ci sono alcune delle principali attrazioni turistiche della città, tra cui l'Arena o il Museo Maffeiano.

Piazza dei Signori, conosciuta anche come Piazza Dante per via della statua, è la piazza situata nel centro storico di Verona, adiacente a piazza delle Erbe che si raggiunge attraversando l'arco della costa. A differenza della vicina Piazza delle Erbe è armoniosa, aristocratica e raccolta, nel medioevo ospitava la corte della Signoria degli Scaligeri.
 
PADOVA

Piazza dei Signori o Piazza della Signoria è una delle numerose piazze che caratterizzano il centro storico della città. Per secoli fu teatro di celebrazioni civiche, di tornei e usata come spazio di rappresentanza rispetto alle più grandi piazze delle Erbe e della Frutta. La piazza è dominata dalla celebre Torre dell'Orologio.
Piazza del Santo, da sempre luogo simbolo di devozione e culto di S.Antonio. Dal 1257 e fino al 1596 ha ospitato la Fiera del Santo, trasferita poi a poche centinaia di metri, in Prato della Valle.
Di fronte alla Basilica si erge l'imponente statua in bronzo del Donatello, monumento eretto in onore di Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, generale dei veneziani morto a Padova nel 1443.

Prato della Valle, è la piazza più grande di Padova e d'Europa con una superficie di 88.620 m². 
Piazza Duomo, poco distante da piazza dei Signori, dalle antiche origini, è occupata dal sagrato della cattedrale.


Piazza delle Frutta, (secondo l'antico uso che prevedeva il plurale femminile in -a della parola “il frutto”) piazza parallela alla più nota Piazza delle Erbe e collegata ad essa da un arco, chiamata un tempo anche Piazza del Peronio (da perones, i calzari di cuoio dalle suole di legno che venivano venduti qui). Fu per secoli il centro commerciale della città, tutt'ora nelle due piazze si svolge uno dei più grandi mercati d'Italia. Nella piazza, il giorno del "zoba masa", cioè il primo giovedì di maggio, la Fraglia degli "strazzaroli", rigattieri e commercianti di roba usata, dava spettacolo con l'albero della cuccagna. Il premio consisteva in una borsa e dei guanti, per questo era chiamata "Festa della Borsa". 
L'area è dominata dal Palazzo della Ragione, parte del grande Palazzo Comunale e dalla Torre degli Anziani. 
Piazza delle Erbe, un tempo era detta Piazza delle Biade o Piazza del Vino ma anche Piazza della Giustizia. Fu per secoli la sede dei festeggiamenti popolari.
 

Piazza Antenore, un elegante falso storico, una delle piazze più antiche del centro storico di Padova nei pressi dell'Università.  Lo studioso padovano del XIII° secolo,  Lovanio Lovani, attribuì ad Antenore il corpo ritrovato in un’arca funeraria durante lavori di scavo effettuati nel 1274 ma non si trattava dell'eroe troiano, come dimostrarono studi successivi. Molto probabilmente erano i resti di un guerriero ungaro del X° secolo.

Piazza Capitaniato, ex Corte Capitaniato, è una piazza storica della città. Si raggiunge passando da piazza dei Signori sotto la Torre dell'Orologio, attraverso la porta del Capitaniato. 
Sopra l'arco il grande Orologio astronomico, riproduzione di quello inventato nel 1344 dal medico e astronomo Giovanni Dondi (detto appunto dell'Orologio). Uno dei primi realizzati in Italia e fu tale la fama che i discendenti di Giovanni Dondi furono detti dall'Orologio fino all'Ottocento. Venne decisa la sua costruzione il 5 luglio 1423 (si ritiene il primo in Italia), l'Orologio di Piazza dei Signori ha la proprietà di segnare le ore e i minuti, ma anche il mese, il giorno e le fasi della luna e persino il "luogo" astrologico. Allora il suo funzionamento era basato sul calcolo dei pesi che venivano applicati ad un sistema di leve e di raccordi.



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Piazza Garibaldi, ex Piazza dei Noli, una delle numerose piazze che caratterizzavano il centro storico. Nel medioevo sullo spiazzo originario della piazza si affacciavano povere abitazioni caratterizzate dai porticati, sotto cui trovavano posto le botteghe artigiane, era in parte circondata dalla muraglia del monastero di San Matteo. Nell'Ottocento divenne famosa per gli alberghi più prestigiosi della città, il Fanti e Stella d'Oro soprattutto durante la gestione di Giusto Crescini. Dalla piazza partivano le diligenze dirette nei centri vicini (Vicenza, Piove di Sacco, Bassano, Abano).
Festa della Madonna dei Noli
Era possibile prendere a noleggio vetturini e cavalli di posta chiamati appunto noli

Negli ultimi ottant'anni è stata oggetto di stravolgimenti edilizi con demolizioni di edifici e mura di alto valore storico tanto da trasformarla profondamente. Venne intitolata a Garibaldi dopo la sua visita del 6 marzo 1867 e costituì fino agli anni settanta lo snodo principale del traffico urbano. Al centro è stata sistemata nel 1954 un'alta colonna di età romana che regge la statua della Madonna dei Noli, tornata sulla piazza dopo essere stata per alcuni decenni nella chiesa di Sant'Andrea. L'8 dicembre di ogni anno i tassisti padovani, i nolesini di oggi, depongono ai piedi della statua una corona di fiori in omaggio alla Vergine.
 


BELLUNO 

La parte più antica della città corrisponde al Castrum romano dove il Forum corrisponderebbe alla piazza delle Erbe
Conosciuta anche come Piazza Mercato e tra i palazzi che la circondano va ricordato il Monte di Pietà, edificato tra il 1501 ed il 1531 e conserva ancora il portone originale rinforzato con liste di ferro e sono apprezzabili le decorazioni a fresco.
Sulla facciata il simbolo originale del Monte, cioè una “Pietà” in pietra ed un leone veneto in moeca parzialmente scalpellinato dai giacobini nel 1797.
Piazza Mercato o Piazza delle Erbe

FELTRE
L'antica Feltria fu fondata dai Reti (oppido retico), gradualmente romanizzata divenne municipium optimo jure e in età imperiale conobbe un notevole sviluppo economico ed urbanistico.
Divenne importante sede di associazioni di fabri (artigiani), di centonari (addetti al riciclaggio di vesti usate e scarti di lavorazione della lana, le centones sono identificabili con l'attuale feltro che dal nome della città ebbe origine) e di dendrophori (boscaioli, artigiani, mercanti e trasportatori di legname).
Con le invasioni degli Unni e dei Goti e poi  la fine dell'Impero Romano d'Occidente iniziò la decadenza della città sino al XIV° secolo, in cui si affermò il potere episcopale, da quando i vescovi furono elevati al rango di conti. Finita nelle mire dei Carraresi, non avendo le risorse per potersi difendersi da sola, nel 1404 seguì l'esempio di Vicenza e si sottomise alla Repubblica di Venezia.
Nel 1797 il Feltrino fu invaso dai francesi e venne amministrato dalla fazione democratica. A seguito del trattato di Campoformido, Feltre entra a far parte del Regno Italico con capitale Milano. Dopo il Congresso di Vienna, Feltre entra a far parte del Regno Lombardo-Veneto, soggetto all'Impero austriaco.
Piazza Maggiore, sopra e sotto


TREVISO Dal MedioEvo è il capoluogo della Marca Gioiosa.
Dagli anni settanta una delle provincie più sviluppate e competitive d'Italia, la città è divenuta capitale dell'imprenditoria veneta e sede di importanti e numerosi eventi culturali, gastronomici e sportivi di rilievo nazionale ed internazionale.
Piazza dei Signori, il salotto della città, su cui si affaccia il Palazzo dei Signori detto anche Palazzo della Ragione, è una delle architetture più importanti del centro storico. Edificato in stile gotico tra il XIII° e XIV° secolo per ospitare la sede del Maggior Consiglio, tanto da essere ancor oggi il palazzo rappresentativo del potere civile con la sede del consiglio comunale e luogo di mostre ed esposizioni prestigiose. Durante il bombardamento di aprile 1944 venne gravemente danneggiato e grazie all'amore di alcuni trevigiani per la loro città venne recuperato e riportato agli splendori originali. Nel corso dei secoli venne chiamata piazza Maggiore, delle Catene o della Berlina (qui veniva praticata la  pubblica umiliazione). Percorrendo Calmaggiore, la via porticata su entrambi i lati di origine romana, su cui sorgono eccezionali esempi di architettura medioevale, rinascimentale e neoclassica si può raggiungere a piedi quello che era il cuore religioso e giudiziario della città.

Piazza del Duomo è caratterizzata da una forma rettangolare piuttosto asimmetrica e costituisce il centro del potere religioso, su cui si affacciano da un lato il Duomo, il Battistero (Chiesa di San Giovanni Battista, esempio di architettura romanica in città) e l'Episcopio (il palazzo residenziale del vescovo di Treviso).
Sull'altro lato della piazza il palazzo del Tribunale, uno dei migliori esempi in città di architettura pubblica dell'occupazione austro-ungarica, realizzato nel 1823-24 dall'ingegnere austriaco Carl Ghega. Acquisito dalla holding finanziaria della famiglia Benetton è stato restaurato e trasformato in
sede principale della holding e le ex carceri in spazi dedicati agli eventi culturali.

Piazza del Grano, pur essendo stata dedicata dal 1945 alla figura di Giacomo Matteotti, oggi se chiedete indicazioni con quel nome, non molti vi sapranno rispondere. Luogo che di interessante, dal punto di vista storico, ha ben poco, per quanto vicino ad una delle tre porte d'ingresso della città. 
Nel 1600 viene deciso di spostare il tracciato delle Mura a nord, nella posizione attuale, quindi il podestà ordina di traslocare il mercato del fieno in quell'area "nel fondo vacuo appresso la Madonnetta" dove poterono essere ricostruiti gli edifici sugli stessi siti che occupavano quelli demoliti.

Fu la prima e l'unica Piazza posta al di fuori del tracciato delle mura trecentesche perché soltanto a seguito dei bombardamenti della prima e della seconda guerra mondiale fu possibile ottenerne altre e grazie ad alcune demolizioni si riuscì a fare l'attuale piazza della Vittoria.   
La spianata fu il risultato della demolizione del borgo esterno alle mura trecentesche eseguita dalla Repubblica di Venezia nel 1508 a causa della guerra contro la Lega di Cambrai. Nel 1645 il Senato Veneziano concede l'intera area per «un mercato franco» mensile «di tutte le merci» ancor oggi si tengono i mercati settimanali del martedi e del sabato, oltre che teatro di eventi sportivi a due o quattro ruote come Giro d'Italia o Mille Miglia o i mitici circuiti motociclistici lungo le mura degli anni '40 e '50 .
ODERZO
Piazza Grande è la piazza principale per la sua particolare forma a palcoscenico, intitolata a Vittorio Emanuele II alla fine del XIX° secolo, riprese il nome originale tra mille polemiche su iniziativa dell'amministrazione leghista alla fine degli anni novanta.
Sul lato ovest della piazza: la meridiana, in realtà è un analemma. Il più grande in Italia che funge da calendario grazie all'ombra tracciata dal pinnacolo del Duomo ogni giorno alle ore 12.
Da vedere il Torreson ed il Torresìn. Due torri particolari, la prima faceva parte della cinta muraria medioevale e dell'edificio delle prigioni, costruita sui resti di un'abitazione patrizia romana. Oggi c'è un ristorante divenuto sede di una vera e propria area archeologica.
Il Torresìn (diminutivo di torre) è il simbolo della città: si tratta di una torre con l'orologio completamente rifatta negli anni trenta e battezzata Torre Littoria. Coincide con la porta meridionale della cinta muraria (detta porta trevisana).

VICENZA
Piazza dei Signori, modellata dalla storia, dai romani (Vicetia) fino alla Serenissima, oggi è considerata una delle più belle piazze d'Italia. Lungo un lato c'è la Basilica Palladiana e la torre Bissara, e nel lato opposto la Loggia del Capitanio sede del rappresentante in città della Serenissima (anch'essa opera di Palladio) e il Palazzo del Monte di Pietà.
Sul lato meridionale la Torre Bissara o Torre di Piazza, quando venne ceduta al Comune dalla proprietà nel Trecento venne installato nel 1378 uno dei primi orologi meccanici ad uso pubblico che segnava le fasi lunari oltre che battere le ore.

A fianco della Torre c'è una delle opere architettoniche più importanti di Andrea Palladio che rese la città una delle più belle del Rinascimento, la Basilica Palladiana o Palazzo della Ragione. Di fronte alla Basilica s’alza la possente Loggia del Capitaniato, pure del Palladio, e si stende la lunga facciata del Monte di Pietà, un tempo interamente affrescata. 


Il fascino della Piazza è completato dalle due eleganti colonne del Redentore e di San Marco che ricordano l'Atto di Dedizione della città a Venezia.
La colonna con il leone marciano è del 1464 e fu sistemata nel 1473, dopo che Vicenza entrò a far parte dei domini della Serenissima. La colonna con la statua di Cristo Redentore, venne eretta nel 1640, non senza traversie.


Dall'insieme delle tre piazze (dei Signori, delle Biade, delle Erbe), detto Peronio, partono a forma di stella le strade cittadine, lievemente curve, quasi a seguire l'andamento del terreno e dei fiumi. Queste curve, con le prospettiche facciate dei palazzi, danno alla città l'aspetto di una grande scena teatrale.

BASSANO DEL GRAPPA
Piazza Libertà e Piazza Garibaldi, due piazze attigue, nel cuore del centro storico, sorgono una a fianco dell'altra. Nella prima si affacciano la Chiesa di San Giovanni Battista, la Loggia comunale con l'orologio
e la strada che porta al Ponte vecchio; non si possono non notare le due colonne, una con il leone di San Marco e l'altra con S. Bassiano patrono della città. Nella seconda, detta da sempre anche Piazza delle Erbe (per via del mercato) o della Fontana, si trovano la Torre Civica, la Chiesa di San Francesco e il Museo Civico, che ospita opere di Canova e dei Da Ponte.

Il centro è caratterizzato dalle piazzette dei mercati che sorgono attorno alla piazza (piazza del Vino; piazza del pesce minuto; piazza delle Biade; contrada da le veture; contrada dei Zudei, cioè il ghetto ebraico, attuale contrà Cavour).
MAROSTICA
Piazza Castello, conosciuta come la Piazza degli Scacchi, è il fulcro principale del centro storico, famosa perché ogni due anni qui si svolge la manifestazione in costume della partita a scacchi con personaggi viventi.
Sulla piazza si affaccia il Castello inferiore, davanti al quale si svolge la celebre partita.

VILLAVERLA
Piazza delle fornaci, con il simbolo dell'attività laterizia (Fornace Trevisan) che fu fondamentale per lo sviluppo economico del paese, rappresenta un interessante esempio di archeologia industriale dell'alto vicentino, avendo potuto vantare nel 1875 un forno Hoffmann, fra i più antichi d'Europa.
Da vedere Villa Ghellini, un'opera incompiuta per problemi economici della famiglia committente e per la morte improvvisa dell’architetto-ingegnere vicentino Antonio Pizzocaro e che rappresenta il suo capolavoro. I lavori non vennero mai più ripresi dal 1679, anno della morte del progettista.
Veduta aerea di Villa Ghellini      

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