LA VERA ORIGINE DEL PALAZZO DEI DOGI

Il Palazzo. L’antico castello (X-XI). 


Non sappiamo dunque come doveva essere l’antico palazzo; probabilmente l’area che oggi occupa era costituita da un agglomerato di costruzioni di diversa forma e destinazione, protetto e circondato da una consistente muraglia rafforzata agli angoli da massicce torri e isolato da un canale. Resti delle fortificazioni e delle torri angolari sopravvivono ancor oggi. 

Nelle numerose strutture edilizie che affollavano quest’area, alla quale si accedeva da una grande porta fortificata, collocata più o meno all’altezza della Porta della Carta, trovavano posto uffici pubblici, il palazzo di giustizia e le carceri, l’abitazione del Doge, scuderie, armerie e altro ancora. Se ne può ritenere una testimonianza sommaria il tracciato merlato che si riconosce nella prima pianta di Venezia giunta fino a noi, opera di fra’ Paolino.

Il Palazzo del Doge Ziani (1172-1178). Nel X secolo il palazzo è parzialmente distrutto da un incendio. La ricostruzione che ne segue è voluta dal doge Sebastiano Ziani (1172-1178). Grande riformatore, il doge ristruttura radicalmente l’intera area di Piazza San Marco. Realizza, per il palazzo, due nuovi corpi di fabbrica: uno verso la piazzetta, per ospitare le funzioni legate alla giustizia e uno verso il Bacino, per le funzioni di governo. 

L’antico castello chiuso e fortificato viene dunque sostituito con una costruzione più aperta verso la città, per aderire alle nuove esigenze di una struttura politica, economica, sociale in espansione. Quale poteva essere l’aspetto di questa nuova parte del palazzo? Probabilmente quello dei maggiori edifici dell’epoca, con le forme peculiari dell’architettura veneto bizantina, di cui un esempio tipico è il Fontego dei Turchi. Di questa fase della costruzione sono sopravvissute solo poche tracce, individuabili sostanzialmente in un resto di basamento d’Istria e in pavimentazioni in cotto a spina di pesce.
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