LA SERENISSIMA E IL RITORNO DELL'IDEA DI STATO. La repubblica immortale.
Pare impossibile ma tra le lagune dei fuggiaschi veneti riportarono in Europa l'idea di stato come "Res publica" propria agli antichi Greci e a Roma, dopo secoli e secoli di oblìo. Anche per questo la nostra storia appartiene alla storia universale dell'umanità.
LA REPUBBLICA
IMMORTALE
Con la caduta dell’Impero romano, le cui istituzioni erano ormai corrotte
anche nell’essenziale, scompare comunque il concetto di stato,inteso come “res
publica”, e cioè di una organizzazione che appartiene ai “cives” e non a una
persona o famiglia. Tutto arrivava dalla Grecia, se vogliamo, dalla mitica
Atene, riferimento (a parole) delle democrazie odierne. Arrivano i barbari, con
le loro tribù o clan e lo stato si frantuma in tanti possedimenti o feudi, a
capo dei quali vi era un signore, che comunque stipulava un patto o dei patti,
con varie categorie sociali. Il feudo più grande diventava uno stato, con
precise gerarchie, che faceva capo a un Signore chiamato re o imperatore. Ma
questo stato era , badate bene, in pieno possesso della corona, non dei
sudditi. Questo re o imperatore aveva l’unico potere che lo controbilanciava
nell’istituzione ecclesiale, poiché tutto deriva da Dio e San Pietro
controllava che si rispettassero i Vangeli. Uno disconoscimento da parte della
chiesa, poteva legittimare alla rivolta
.
In questo panorama di vassalli, valvassori e valvassini, si incomincia a
profilare una realtà diversa, tra le nebbie e le foschie della laguna veneta.
Una società di veneti fuggiaschi, per tradizione portatori del concetto di
democrazia assembleare propria ai veneti antichi, sopravvissuta grazie
all’autonomia concessa loro dai romani, costruì Venezia e il dogado,
combattendo via via vari
tentativi e colpi di mano da parte di qualcuno per
diventare Signore a scapito della libertà di tutti.
In nuce vi è quindi già l’idea che il comune è retto nell’interesse di
tutti, le decisioni si prendono nel “rengo” e la maggioranza decide. Proprio
come ad Atene o, se vogliamo, nei primi tempi di Roma antica. .
Da questo principio di base, si svilupperà lo stato veneziano, e la serrata del Maggior Consiglio, sarà una forma di difesa per salvare lo stato, e cioè la nascente Repubblica, dalle grinfie di chi voleva trasformarla in signoria o Dominio personale o di una famiglia soltanto. Un governo di “aristos”, dei migliori (questo il significato in greco) in cui il potere è impersonale, frazionato nelle varie cariche pubbliche, che si controbilanciavano, ed erano coperte per breve tempo da eletti dal Senato veneto che rappresentava le famiglie veneziane.
.
.Era una notizia assoluta nel panorama europeo, quindi mondiale, reggere uno
stato non per il tornaconto del Signore, ma della collettività, che anzi veniva
sempre rappresentata e ascoltata quando si decideva per tutti. Si tornava
all’idea prima di “Res publica” , mentre nel resto dell’Europa lo stato
feudale, pur riconoscendo le rappresentanze dei vari attori sociali
(clero, mercanti, militari, artigiani e contadini), faceva capo a una testa
incoronata a cui spettava alla fine, la decisione finale. In Francia, anche
questo palliativo di partecipazione alla vita pubblica, venne conculcato con
l’arrivo di Luigi XIV (l’état c’est moi!) che imprigionò in una gabbia
dorata (Versailles), mantenuta a spese del terzo stato, l’aristocrazia. Ne derivarono delle conseguenze nefaste, che sfociarono nella
Rivoluzione, i cui capi si rifacevano idealmente a una Repubblica
utopica, priva della chiesa (accusata di complicità con il Re) e in cui
tutti erano pari tra loro, i Cittadini. Una utopia perniciosa, che ancora oggi
si trascina, negando sulla carta le diversità delle persone.
Commenti
Posta un commento