MASSIMILIANO INVADE IL CADORE, e nasce l'autonomia di Cortina
Quella volta a Massimiliano I d'Asburgo andò molto male: già con la fama di aver mire espansionistiche il giovane imperatore pretendeva di passare col suo esercito per recarsi in Italia centrale, dal papa, a farsi incoronare. Par di veder il film di Napoleone qualche secolo dopo... ma allora Venezia rispose "NON POSSUMUS",essendo nel pieno del suo splendore e potenza, con i Cadorini pronti a difendere i confini. Ecco cosa successe.
Non potendo riuscire a mantenere una truppa così numerosa ne mandò indietro 2.500, con il bottino requisito ai cadorini. Immediatamente Venezia, già in allerta, ordinò al Capitano Bartolomeo d'Alviano di muovere le sue truppe di stanza nelle caserme di Bassano per assalire gli invasori. In pieno inverno con un paio di metri di neve sui passi, 2500 soldati veneti salirono per Feltre, Zoldo, Cibiana e Valle aprendosi la strada spalando la neve a mano, e giunse nella valle di Rusecco alle spalle degli ignari invasori. Il 2 marzo 1508, con un tranello gli imperiali furono tratti allo scoperto e caddero nell'imboscata tesa dall'Alviano dove furono sterminati.
il nemico dei Veneti che voleva dominare l'Italia |
Nel mese di giugno 1507, l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo chiese alla Repubblica di Venezia di passare sulle sue terre per recarsi a Roma per farsi incoronare accompagnato dal suo esercito. La Repubblica Veneta, temendo che fosse un pretesto per invaderla, dopo molte esitazioni rispose che avrebbe acconsentito al transito dando disposizioni perché gli venissero resi i dovuti onori ma che se avesse voluto passare col proprio esercito gli avrebbe opposto resistenza. L'imperatore invece si preparò alla guerra ammassando truppe ai confini in Brunico nella val Pusteria. Nel gennaio 1508 dichiarò guerra ai veneziani e, pur con la neve alta, occupò il Cadore con oltre 7.000 soldati comandati da Sixt von Trautson.
Nel 1509 le truppe imperiali, ritornate per vendicare, subirono una nuova sconfitta. Altre incursioni tedesche avvennero nel 1511 con la devastazione di alcuni villaggi incendiati e il diffondersi della peste. Lorenzago, ad esempio, contò numerosi morti per la pestilenza. La guerra della Lega di Cambrai si protrasse per alcuni anni e, alla stipula della pace, l'imperatore, che aveva conquistato, tra l'ottobre e il dicembre del 1511, il castello di Botestagno e quello di Pieve ottenne l'Ampezzo, che quindi fu staccato dal Cadore pur conservando gli Statuti cadorini anche in ambito imperiale. Da allora l'Ampezzo, con l'autonomia concessa da Massimiliano, si governò da sé, nominando un Consiglio e le altre cariche previste dagli Statuti cadorini, i quali rimasero sostanzialmente in vigore anche per la loro Comunità ormai appartenente ad altro Stato. Da allora Pescul, staccata da San Vito, divenne la decima centena cadorina.
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