DAL 1300 IN DALMAZIA, A PARLAR VENETO


Della linguista Gianna Marcato.Università di Padova.


Verso la fine del 1300 appaiono interessanti documenti in lingua volgare, a carattere commerciale, giuridico, amministrativo o cavalleresco, i quali attestano la sovrapposizione del veneziano al dalmatico e testimoniano il contatto col mondo slavo.

Anche nei documenti mercantili veneziani si manifesta questo contatto linguistico. Ad esempio il testo di un contratto per una partita di sapone steso a Venezia nel 1302 è più dalmatico che veneziano, segno evidente che il mercante veniva dalla Dalmazia.
.
.
A Ragusa già nel 1306 si usava il volgare di tipo veneziano nella cancelleria, prima di quanto non si usasse a Venezia, dove era in vigore ancora il latino, ed in volgare è steso il discorso per gli Ambasciatori al re di Ungheria, a cui Ragusa è sottoposta, anche in un'epoca in cui i rapporti con Venezia erano di inimicizia. Logicamente la base è veneziana, ma in trasparenza appaiono di continuo tratti dalmatici, tanto quanto più gli scritti sono umili e locali.

Dunque il veneto finisce per assorbire dovunque le parlate locali, estendendosi anche ad aree che non erano sotto il diretto controllo politico di Venezia. Vale la pena di ricordare che Trieste e Fiume ne subirono l'influsso linguistico quando cominciarono a fiorire come centri commerciali dell'allora fiorente monarchia austriaca.
.
foto di Ragusa veneziana nell'anima
.
Sopravvisse invece il dialetto istriota a Rovigno, e nelle zone vicine, che mantennero a lungo la propria identità linguistica e la propria cultura, ora rapidamente in estinzione.

Commenti