ORTI BOTANICI E GIARDINI. PADOVA VS VERONA? QUAL'E' IL PIU' FAMOSO?
L'amico veronese Magnabosco mi segnala con una certa insistenza un orgoglio botanico della sua città natale illustre, Verona, ricca di attrattive storiche come poche. Ma pare dimenticare il nostro (parlo da padovano) orto botanico, visitato anche esso da Goethe nel suo viaggio in Italia, dopo che aveva superato il disgusto, circa lo stato dei servizi igienici nelle locande del Bel paese.😓 Infatti, appena uscito dal Brennero, alle sua richiesta di dove fosse la toilette, l'oste serafico gli indicò i campi intorno la locanda. 😊 Ma era un perfetto esempio di riciclo ante litteram.
Tornando al tema, a Verona, per esempio, si trova il bellissimo Giardino Giusti, creato alla fine del 1300. Oggi si presenta nella struttura datagli nel 1570 da Agostino Giusti, Cavaliere della Repubblica Veneta e Gentiluomo del Granduca di Toscana.
Nel 1786 Wolfang Goethe lo visitò, rimanendo affascinato da un cipresso di oltre seicento anni che descrisse in maniera mirabile nel suo ‘Viaggio in Italia’ del 1817.
Il giardino si può dividere in varie zone: le più importanti sono quella occidentale e quella orientale.
Nella prima si trovano quattro aiuole quadrangolari, affiancate da un viale alberato. Nel primo quadrato si trova una vasca con una fontana dove sono scolpiti dei delfini; nel secondo una statua pagana raffigurante Minerva; nel terzo è presente una statua di Apollo mentre nel quarto quadrato, è possibile ammirare una delle statue più rilevanti del parco.
Nella seconda zona, quella orientale, ci sono soltanto due quadrati, speculari a quelli della zona occidentale. Nel primo quadrato, diviso in quattro aiuole triangolari, svetta al centro una piccola fontana in marmo rosso di Verona; il secondo invece è famoso per il labirinto di siepi, uno dei pochi ancora presenti in Veneto, ridisegnato da Luigi Trezza nel 1786.
Ma ben altra storia ha avuto "l'orto botanico" di Padova, nato a scopi prettamente scientifici, per raccogliere specie rare, tanto che è diventato patrimonio dell'Unesco:
Conta oltre quattro secoli (data di impianto del 1585) la pianta più antica dell’Orto Botanico. Si tratta di una palma di S. Pietro, nota come Palma di Goethe perché ispirò al poeta naturalista tedesco in visita a Padova nel settembre del 1786, una serie di osservazioni poi esplicitate nel celebre saggio Sulla metamorfosi delle piante (1790).”
L’Orto Botanico dell’Università di Padova fu fondato nel 1545 come Horto medicinale annesso allo Studio patavino per la coltivazione delle piante medicinali indigene ed esotiche a fini scientifici e didattici. Per questo ha rappresentato un notevole salto di qualità nella didattica e un modello cui ispirarsi per l’istituzione di strutture analoghe nei paesi stranieri di provenienza degli studenti.
In considerazione della rilevante attività culturale svolta ininterrottamente per quasi mezzo millennio, nel 1997 l’Orto Botanico di Padova è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Iscrizione alla Lista Patrimonio Mondiale Unesco: Napoli (Italia), 1-6 dicembre 1997
L’Orto Botanico di Padova ha rappresentato una fonte di ispirazione per molti altri giardini in Italia e in Europa, in termini di influenza nelle loro progettazioni architettoniche e funzionali e negli approcci didattici e scientifici sullo studio delle piante medicinali e delle discipline affini. Dalla sua costituzione, l’Orto Botanico di Padova è stato al centro di una rete di scambi internazionali, contribuendo alla diffusione della conoscenza dei vari aspetti delle piante medicinali e delle scienze botaniche e alla preservazione delle piante ex-situ.
Per più di cinque secoli, l’Orto Botanico di Padova ha rappresentato una eccezionale testimonianza di significato culturale e scientifico. Infatti, la sua posizione, dimensione e caratteristiche di ricerca e didattica sono rimaste invariate attraverso i secoli. Similmente, le sue principali caratteristiche di ricerca e didattica sono rimaste immutate, con un costante adattamento alle più avanzate scoperte nelle scienze botaniche ed educative.
Potrei concludere, da campanilista, che Padova batte Verona con un uno a zero, ANCHE SE COME ESTETICA quello veronese è più pregevole, ma sarebbe sciocco farlo dato che come veneto sono egualmente orgoglioso della storia illustre delle due grandi città.
Il mio è quindi un invito ad uscire dell'ombra del campanile per riappropiarci della storia plurimillenaria della "gens veneta" a cui si aggregarono celti cenomani, friulani, dalmatini, e tanti altri, sotto le grandi ali del Leone marciano. La riprova? L'università di Padova fu valorizzata da Venezia dove fece formare la sua classe dirigente, e il meraviglioso giardino veronese... fu fondato da un cavaliere di San Marco, un illustre veneziano.
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