Piazza Giorgione, la piazza del mercato dal 1400
Castelfranco Veneto e la statua in memoria del suo cittadino più famoso |
Veci ricordi de Casteo
Vista dal Pavejon del mercato del martedì, quello del bestiame, fine 1800 |
Giorno di mercato ad inizio del 1900 |
Mi pare che l'esposizione dei cavalli da lavoro fosse vicino al pavejon. Erano animali possenti, grossi e robusti dal mantello lucido e criniere raccolte in trecce. Gli zoccoli mi sembravano enormi, sproporzionati.
Gli animali provenivano dalle zone limitrofe del padovano (S.Martino di Lupari, Tombolo, Galliera, Cittadella) dove per tradizione secolare dalla notte dei tempi gli allevatori di bovini ed equini erano apprezzati in tutto il nordest fino in Austria ed Ungheria.
Mio padre mi raccontava del complesso rituale che usavano gli allevatori la sera prima di portare le bestie al mercato per essere vendute. Le corna erano lucidate con l'olio di vaselina e con la fiamma di una candela si bruciavano i peli superflui. Il mantello (la pelle) veniva pulito con acqua e sapone, strofinato con paglia e stracci per renderlo lucido. In piazza entravano in azione i sanséri (i mediatori) che dicevano in continuazione, come una cantilena, “Conpra su la fiducia, l’é bona, l’é sana, l’é cristiana. Ghe manca sol la parola ...”.
La sua ampiezza, per essere la piazza di una città di origine medioevale e non ubicata all'interno delle mura, era considerata una cosa rara, anzi ne aumentava il prestigio e l'aspetto conomico che ne ricavavano le comunità locali.
Il lato opposto era ed è ancora delimitato dal corso d'acqua del Musonello, dai giardini pubblici e dalle mura del castello.
Il palazzo Piacentini divenne presto “l’Hosteria della Spada”, celebre per esser frequentata da forestieri e da mercanti. La sua facciata come quelle di altre abitazioni, nel XVI° sec.,venne affrescata secondo la moda dell'epoca. Purtroppo oggi è rimasto ben poco da vedere.
Mura con uno dei tre ponti d'ingresso in città |
El Pavejon, edificato dalla Serenessima nel 1420 |
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