Leone marciano a Udine


La storia di un Leone marciano nella città considerata la più veneziana della terraferma.
Udine nel 1860 con l'arco di Bollani ancora privo del leone marciano
Nella Loggia di San Giovanni c'era ancora la scala e una porticina che dava sulla salita del Castello, vicino all'arco Bollani privo del leone marciano, ritornato al suo posto il 6 luglio 1953.
Sotto il podestà Gino di Caporiacco, nel 1933, la giunta comunale deliberò di ricollocare il leone, in risposta all’abbattimento dei leoni veneziani avvenuto a Traù, in Dalmazia, da parte delle autorità del Regno di Jugoslavia. Così fu posta una copia in gesso.

La versione attuale venne realizzata in pietra dall’artista vicentino Egisto Caldana, dal peso di 35 quintali, e fu posizionata sopra l’arco palladiano la sera del 6 luglio 1953, con l'elegante novità che il felino volge la fronte, anziché la coda, ai cittadini che transitano ai suoi piedi.
I simboli della potenza della Serenissima Repubblica di Venezia
L'arco Bollani è facilissimo da raggiungere, si trova proprio di fianco alla Torre dell'orologio di Piazza della Libertà, sede della Loggia del Lionello. In perfetto stile gotico veneziano rappresenta il periodo d'oro della Serenissima e il Leone posto in cima ne era la prova. L'arco Bollani, opera di Andrea Palladio su commissione del Luogotenente Veneto, Domenico Bollani, è l'ingresso del Castello posto sul colle che sovrasta la detta piazza e Piazza 1° Maggio.
Arco Bollani progettato da Andrea Palladio
Udine era considerata "la più veneziana piazza di terraferma" al di fuori del territorio lagunare, accanto alle altre prestigiose testimonianze di quasi quattro secoli di dominio della Serenissima sul Patriarcato di Aquileia (la Loggia del Lionello, la Torre dell'Orologio, la Loggia di S.Giovanni, etc.).

L'Arco Bollani è un arco celebrativo situato a lato di piazza Libertà a Udine, costruito in quattro mesi nel 1556 con un unico fornice (arco), simbologicamente rappresenta la potenza di Venezia e l'autorevolezza del Bollani, è realizzato in bugnato ed era sovrastato dal Leone Andante di S.Marco, il cui corpo era in pietra di Vicenza mentre le ali erano di rame.

Oggi l'Arco, grazie anche all'accurato restauro effettuato pochi anni fa grazie al F.A.I., è perfettamente conservato e sulla sua sommità c'è il rifacimento del Leone ricostruito integralmente nel '53 dopo l'abbattimento dell'originale compiuto dai francesi nel 1797.
Piazza della Libertà, la Torre con l'orologio ed in secondo piano il Castello. Sulla sinistra della Loggia si intravede seminascosto l'Arco Bollani
 La storia della Serenissima è stata fatta da tutte genti dei possedimenti de tera e de mar  e quelle friulane non possono essere dimenticate o considerate di scarsa importanza perché lontane da Venezia. Sono nell'orbita dei domini della Serenissima Repubblica dal 1420 a seguito dell'intervento dell'Imperatore Sigismondo d’Ungheria nella guerra con Venezia. 
Tristano di Savorgnan, da allora soprannominato "Il traditore", entra a Udine con il vessillo di San Marco e anche il conte di Gorizia è costretto a prendere l'investitura da Venezia che raccoglie quasi completamente l'eredità di Aquileia. Il papa riconobbe il nuovo stato di cose nel 1445; il Patriarca di Aquileia, Ludovico Trevisan, dovette quindi accettare l'annessione a Venezia della Patria del Friuli; al patriarca rimaneva l'amministrazione della sola città e del contado di Aquileia e dei castelli di San Daniele del Friuli e di San Vito al Tagliamento.

Con la grande epidemia di peste del XVI°sec. che colpì l'intero nord Italia e che ridusse la stessa popolazione di Venezia del 40%, in Friuli ci furono notevoli cambiamenti. Passarono direttamente sotto il controllo della Repubblica Veneta: Latisana, Pordenone (già di proprietà dei Signori d'Austria), che mantenne il proprio ordinamento comunale, Cividale del Friuli che beneficiò di un'amministrazione autonoma, altre località passarono sotto la giurisdizione degli enti ecclesiastici, mentre la Carnia fu suddivisa nei tre
distretti amministrativi di Tolmezzo, Rigolato e Ampezzo.
La garanzia di una tranquillità sociale in tutto il Friuli sotto il simbolo marciano aveva un rovescio: l'attività politica decadde gravemente perché Venezia aveva escluso la nobiltà locale da ogni ufficio pubblico e in pratica anche dalla milizia. 
Dal 1516 l'Impero Asburgico controllò il Friuli orientale, mentre il Friuli occidentale e centrale rimase veneziano fino al 1797, anno del Trattato di Campoformido, quando in seguito alle campagne napoleoniche anche il Friuli centrale e occidentale viene ceduto all'Austria, che la perse per un breve periodo in cui fece parte del Regno italico, dal 1805, anno in cui venne soppresso il Parlamento della Patria del Friuli.
Con il trattato di Schönbrunn, 1809, il Friuli è nuovamente diviso: il Friuli ex veneto viene suddiviso in più Dipartimenti (Passariano, Tagliamento, Piave, Adriatico) mentre quello ex austriaco viene annesso alle Province Illiriche.
Il resto, con la Prima Guerra Mondiale, è ormai storia contemporanea.

 

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