I LEONI DELLA MAGNIFICA COMUNITA' DEL CADORE
TRE FOTO DELL'AMICO Leandro Mereu ci danno l'estro per parlare della Magnifica Comunità del Cadore, terra di confine e baluardo dei Veneti, nei confronti dell'Impero.
Il primo Leone è quello collocato all'interno del Salone del Consiglio a Pieve di Cadore, e lo trovo stupendo. Eccolo:
Il primo Leone è quello collocato all'interno del Salone del Consiglio a Pieve di Cadore, e lo trovo stupendo. Eccolo:
Mi precisa Leandro: da come mi hanno detto in Magnifica ( e che ripeto durante le visite al palazzo...) il Leone in "moeca" è la copia di quello che si trova all'Arsenale e donato da Venezia al Cadore.
Dalla torre lato est compare un altro Leone seicentesco di buon pregio, in forma andante mentre quello dal lato dell'orologio è stato distrutto dai francesi:
Qualche cenno storico sui cadorini, in cui scorre anche sangue venetico:
Il Cadore (in ladino Ciadura, in tedesco Cadober, Gadraub, Kadober, Cadover, Kataufers, in veneto Cadòr, in friulano Cjadovri, in sloveno Katubrija) è un territorio storico italiano, situato nell'alta provincia di Belluno in Veneto. Tale territorio, interamente appartenente alla zona montuosa delle Dolomiti Orientali, confina con l'Austria (Tirolo e Carinzia), il Trentino-Alto Adige ed il Friuli-Venezia Giulia.
Il toponimo Cadore, come afferma il glottologo Giovan Battista Pellegrini, è di origine celtica e deriverebbe da catu (battaglia) unito a brigum (roccaforte). Potrebbe essere stato il nome dell'attuale Monte Ricco. La prima menzione scritta del nome di Catubrini risale ad un'epigrafe sepolcrale del II secolo d.C. ritrovata a Belluno nel 1888, in cui un cives romanus, Marcus Carminius, appare loro 'patrono' nell'ambito della tribù Claudia.
Patroni del Cadore, da epoca immemorabile, sono i santi Ermagora e Fortunato, poiché l'arcidiaconato del Cadore (con Cortina d'Ampezzo) faceva parte dell'antico patriarcato di Aquileia (poi arcidiocesi di Udine). Il 1º gennaio 1847 il Cadore fu staccato dall'arcidiocesi di Udine e unito alla diocesi di Belluno.
eamus ad bonos venetos
Alla caduta del potere temporale dei Patriarchi, i Cadorini, dopo aver chiesto ed ottenuto di sciogliere formalmente il giuramento di fedeltà al Patriarcato di Aquileia, nel 1420 votarono all'unanimità la loro dedizione alla Serenissima, con il massimo consenso di tutto il popolo cadorino. La Comunità Cadorina ottenne in cambio un'ampia autonomia amministrativa (reggimento del Cadore) che gestiva attraverso le forme autoctone di governo previste dagli Statuti cadorini. A partire da quell'epoca le condizioni materiali, morali e civili dei cadorini, che non erano brillanti, cominciarono lentamente a migliorare ed il savio governo della Repubblica Veneta trattò sempre con grande benevolenza il popolo cadorino. I cadorini non mancarono di riconoscenza, offrendo a Venezia il legname che occorreva ai suoi bisogni donandole, nel 1462, il grande bosco di Sommadida, detto poi di San Marco, dal quale la Serenissima trasse le antenne ed il legname per le sue navi. E sempre i cadorini combatterono valorosamente contro le ripetute incursioni austriache esercitando quel ruolo di difensori delle terre venete descritto come "extremus Venetorum ager", che anche nell'antichità (all'epoca dei veneti antichi) avevano sostenuto.
A quei tempi il Cadore era diviso in dieci centenari (Pieve, Auronzo, Comelico Superiore, Comelico Inferiore, Ampezzo, Oltrepiave, Domegge, Valle, Venas, San Vito). Il governo della Comunità risiedeva a Pieve di Cadore presso il Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore nel quale si riunivano i membri eletti dalle 27 Regole (Comunità di villaggio dotate di propri statuti).
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