LE ATROCITA' ISLAMICHE E IL MARTIRIO DI BRAGADIN, CADE L'ANNIVERSARIO
Selim II detto l'Ubriacone |
Il 17 agosto del 1571 moriva Marc'Antonio Bragadin, Eroe Veneto e dell'Occidente cristiano.
E fu sotto Selim II l’Ubriacone che nel 1571 il generale Lala Mustafa conquistò la cristianissima Cipro. Qui commise una delle infamie più vergognose di cui la cosiddetta Cultura-Superiore si sia mai infangata. Il martirio del patrizio veneziano Marcantonio Bragadin, governatore dell’isola. Come lo storico Paul Fregosi ci racconta nel suo straordinario libro «Jihad», dopo aver firmato la resa Bragadin si recò infatti da Lala Mustafa per discutere i termini della futura pace.
Ed essendo uomo ligio alla forma vi si recò in gran pompa. Cioè a cavallo d’un destriere squisitamente bardato, indossando la toga viola del Senato, nonché scortato da quaranta archibugieri in alta uniforme e dal bellissimo paggio Antonio Quirini (il figlio dell’ammiraglio Quirini) che gli teneva sul capo un prezioso parasole.
la nobile figura di Marc'Antonio Bragadin |
Ma di pace non si parlò davvero. Perché in base al piano già stabilito i giannizzeri sequestrarono subito il paggio Antonio per chiuderlo nel serraglio di Lala Mustafa che i giovinetti li deflorava ancor più volentieri di Maometto II, poi circondarono i quaranta archibugieri e a colpi di scimitarra li fecero a pezzi. Letteralmente a pezzi. Infine disarcionarono Bragadino, seduta stante gli tagliarono il naso poi le orecchie e così mutilato lo costrinsero a inginocchiarsi dinanzi al vincitore che lo condannò ad essere spellato vivo. L’esecuzione avvenne tredici giorni dopo, alla presenza di tutti i ciprioti cui era stato ingiunto d’assistere.
Mentre i giannizzeri schernivano il suo volto senza naso e senza orecchie Bragadino dovette far ripetutamente il giro della città trascinando sacchi di spazzatura, nonché leccar la terra ogni volta che passava dinanzi a Lala Mustafa. Morì mentre lo spellavano. E con la sua cute imbottita di paglia Lala Mustafa ordinò di fabbricare un fantoccio che messo a cavalcioni d’una vacca girò un’altra volta intorno alla città quindi venne issato sul pennone principale della nave ammiraglia. A gloria dell’Islam.
Del resto non servì nemmeno che il 7 ottobre dello stesso anno i veneziani furibondi ed alleati con la Spagna, il papato, Genova, Firenze, Torino, Parma, Mantova, Lucca, Ferrara, Urbino e Malta sconfiggessero la flotta di Ali Pascià nella battaglia navale di Lepanto. Ormai l’Impero Ottomano era arrivato all’apice della potenza, e coi sultani successivi l’attacco al continente europeo proseguì indisturbato.
Giannizzeri, bambini cristiani razziati e poi allevati come soldati mussulmani. |
Intero articolo: http://veromedioriente.altervista.org/inchiesta_orrori_passato.htm
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