LA VENETA CHE SI IMMOLO' PER LA PATRIA. FACENDO SALTARE IN ARIA LA NAVE
Di Simonetta Dondi dell'Orologio
Tempo fa l'amica Simonetta dedicò un bell'articolo a Biagio Zulian, un istriano che si fece saltare in aria col Turco, ma la seconda parte del post era per ricordare coraggio leonino di una donna veneta. che lo imitò nel gesto. Ve lo ripropongo, questo pezzo, come riconoscimento del valore e dell'impegno di tante donne venete moderne, in prima fila nella lotta per l'indipendenza.
Tempo fa l'amica Simonetta dedicò un bell'articolo a Biagio Zulian, un istriano che si fece saltare in aria col Turco, ma la seconda parte del post era per ricordare coraggio leonino di una donna veneta. che lo imitò nel gesto. Ve lo ripropongo, questo pezzo, come riconoscimento del valore e dell'impegno di tante donne venete moderne, in prima fila nella lotta per l'indipendenza.
....Ma soprattutto ricordo in questi giorni il comportamento di alcune donne venete che nel 1570, quando il Sultano Selim II decise che l’Isola di Cipro prossima alle coste turche, l’ultimo baluardo cristiano, doveva far parte del suo impero.
Intimò quindi a Venezia di cedere l’isola o l’avrebbe conquistata con la forza: Venezia si rifiutò e si preparò ad un nuovo scontro cercando inutilmente anche l’aiuto delle altre potenze cattoliche mentre mesi di attesa e di indecisione favorirono l’avanzata dei turchi che dopo due mesi di accanita resistenza riuscirono a conquistare Nicosia difesa da soli 1500 soldati contro 80.000 di Mustafà Pascià.
Come da triste usanza i pochi difensori rimasti dopo la promessa turca di aver salva la vita si arresero ma furono invece trucidati.
Stessa sorte toccò a 20.000 cittadini di Nicosia mentre le donne furono prese schiave per essere vendute al mercato di Istambul (nulla di nuovo sotto il sole).
Famagosta fortificata. |
Tra costoro c’erano anche delle nobildonne veneziane che di fronte a questa insopportabile e vergognosa prospettiva giunte al porto decisero un atto estremo: Belisandra Maraviglia (vedova di Pietro Albini, il cancelliere di Cipro, ucciso durante l'assedio e sorella di Giovanni, segretario del Senato veneziano) riuscì a dar fuoco al deposito di munizioni della nave che saltò in aria con tutto il suo povero carico umano ed investì anche due navi minori.
Si salvarono alla fine solo lo scrivano e 6 turchi.
Oggi non ho ancora capito da che parte stiamo e desidero solo che tanti nuovi martiri non muoiano inutilmente e che, ancora una volta, non vengano dimenticati.
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