LA STORIA E LE ORIGINI DEL DOLO, SULLA RIVIERA DEL BRENTA

Bernardo Bellotto: i mulini del Brenta a Dolo
Traggo da un saggio molto più ampio della d.ssa Elena Righetto, riguardante la storia di Gambarare di Mira e dintorni, premettendo che la riproduzione è protetta da diritto d'autore.

DOLO - CAPOLUOGO
Sull'origine del nome 'Dolo' si sono avanzate numerose ipotesi.
Qualcuno afferma che appaia in una pergamena del 1241. Altri lo collegano al fatto che qui, verso la II° metà del '400, Venezia inviasse persone macchiate di colpe, indesiderate. Altri rimandano ai nomi di famiglie facoltose e influenti come i Dauli o i Dotto. E ancora: Dolo come contrazione del nome della centrale Isola Dandolo (attuale zona tra via Mazzini e via Dauli), dove sorgeva un oratorio prima e la chiesa poi.
Agli abitanti di Dolo, si ricollega il detto: 'I storti di Dolo'. Se si vuole prendere alla lettera, la parola 'storti' non si riferisce al fatto che i dolesi siano mal formati nella persona, ma agli 'storti' veri e propri: i famosi coni di pane di frumento usati per la panna montata.
L'enorme sviluppo di Dolo è dovuto originariamente al bisogno di Venezia di ricercare nuove vie di sbocco per la propria economia, ciò si è verificato a causa della perdita di potere del commercio veneziano avvenuta con la caduta dell'Impero di Bisanzio, con l'affermazione della potenza turca e con l'apertura del commercio con l'America perche Dolo aveva commerci propri e fiorenti non più legati a Venezia.
Dopo l'assoggettamento del territorio dolese a seguito della caduta di Padova, che aveva la giurisdizione nel 1405, il Naviglio del Brenta viene preso maggiormente in considerazione anche come via di navigazione usata per il commercio.Il Brenta era considerato mezzo per il trasporto delle merci, dei prodotti agricoli della campagna al capoluogo veneziano che avveniva con l'ausilio delle barche trainate dai cavalli. Il Brenta era però utilizzato anche per trasportare la posta mediante la diligenza 'Il Bruchiello” Per agevolare tali comunicazioni fu costruito il 'Vaso' con le 'porte di sopra' e le 'porte di sotto' (bacino ora interrato ma visibile).
Per Dolo il XVI secolo segnò l'inizio di un notevole sviluppo economico collegato alla costruzione dei 'Molini' (terminati nel 1551-52) e dai continui lavori di progettazione, sistemazione e manutenzione delle opere idrauliche. La Repubblica Serenissima effettuò il taglio del Brentone verso Codevigo (1488-1507) che portò esiti discutibili nei confronti dell'equilibrio idrografico del territorio,e del quale rimane oggi soltanto l'argine sinistro. Furono i Savi del Magistrato delle Acque di Venezia, dopo le varie deviazioni del Brenta, che individuarono proprio a Dolo un punto in cui si poteva costruire uno sbarramento per far funzionare con l'ausilio dell'acqua, dei molini. L'idea nacque in seguito ad un sopralluogo per controllare il Brentone del 1543. L'uso dei molini aumentò notevolmente il commercio e di conseguenza la ricchezza, dando un grande impulso all'economia della Riviera del Brenta.
Vicino ai Molini di Dolo, a dimostrazione dell'importanza del Brenta e del commercio che su di esso si sviluppava, si erge lo'Squero' cinquecentesco, l'unico ancora esistente, dove venivano riparate e trovavano riparo le barche. Da Dolo partiva 'La Seriola' (ora fiumicello secondario) acquedotto seicentesco della Serenissima che traeva l'acqua dal Brenta.

https://veneto-tradizioni-storia.blogspot.it/2016/10/gambarare-ed-il-suo-territorio-dalla.html?m=1

Commenti

  1. Ti consiglio i libri del Maestro Alessandro Baldan sulla Riviera del Brenta. Nato a Fiesso d'Artico, meno blasonato e roboante ma più metodico e puntiglioso. Ai suoi libri, come lo stesso denunciato e dimostrato ha attinto maldestramente (dice) Elena Bassi (Emilia Brotto e Annalisa Paccagnella. Ha passato una vita rinchiuso all'interno di Archivi Storici di Stato e Archivi Comunali e Parrocchiali della zona che conosceva avendo in essa profonde radici.

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