GLI INGIUSTI SIANO PUNITI... ANCHE GLI SBIRRI

Nella casa a destra di chi guarda la chiesa di S. Clemente in piazza dei Signori a Padova si trova murata la lapide di cui parliamo. In quella casa, nel 1722 vi era un caffè chiamato "bottega delle acque" (come  il Caffè Florian, anch'esso con la antica denominazione di Bottega de le Acque) assai frequentata dagli studenti della prestigiosa università patavina.
All'epoca vi era l'obbligo anche per gli studenti di girare disarmati, e durante la notte tra il 14 e il 15 febbraio alcuni sbirri avevano tolte le armi a quattro di loro.  Gli sbirri erano una specie di polizia municipale dell'epoca, alle dipendenze dei Rettori o Capitani delle città. Godevano a quanto riportano diversi studiosi, di cattiva fama ed erano abbastanza invisi alla popolazione.
Tornando alla nostra vicenda, la mattina dopo i birri, al loro passaggio furono dileggiati ed insultati dagli studenti e cinque di loro, la sera, si ritrovarono alla bottega. Passarono di là alcuni di questi poliziotti insultati la mattina e perso il lume della ragione, scaricarono i loro moschetti su quei poveretti. Tre di loro, tra cui l'erede dei conti Cogolo di Vicenza, rimasero uccisi.
Gli allievi gridarono vendetta ma il Rettore, a mezzo dei professori, li rassicurò. E così fu: dodici sbirri furono prontamente arrestati e vennero tradotti a Venezia davanti al Consiglio dei X, che si occupava dei crimini che potevano mettere a rischio la sicurezza della Repubblica veneta. Il 24 settembre 1723 furono condannati chi alla forca, chi alla galera, chi ad anni di remo, come riporta, a perpetua memoria, la lapide della foto.

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