SAN MARCO E L'INVENZIONE DEL BREVETTO, PRIMI NEL MONDO.

Oggi parliamo tanto di "made in Italy" e della sua difesa. Io consiglierei al nostro Governatore Zaia, di tornare al "made in Veneto" con tanto di garanzia di qualità sui prodotti e conseguente irriproducibilità fuori dalle nostre Terre. Non sarebbe una cosa nuova, Venezia ci aveva già pensato, per prima nel mondo, già dal 1474. Sarebbe un modo corretto per usare il Leone. Riporto l'incipit del libro "Inventori stranieri a Venezia" di Roberto Berveglieri, edito dall'Istituto veneto di Scienze, lettere ed Arti. 
Tra le priorità della Repubblica Veneta in campo amministrativo vi è quella di aver emanato per prima con la "parte" (legge) del Senato del 19 marzo 1474 una legge a tutela delle invenzioni, in anticipo di un secolo e mezzo sullo Statutes of Monopolies inglese del 1623, questo a protezione sia dell'interesse dei singoli sia dello Stato, per i miglioramenti che i nuovi ritrovati potevano arrecare alle varie attività, ai procedimenti di lavorazione, alla vita economica e sociale, e allo scopo di attrarre nella Dominante "acutissimi ingegni apti ad excogitare e trovar vari ingegnosi artificii".

Il numero degli inventori è enorme, lo dimostra ala notevole quantità delle patenti rintracciate, che ammonta al numero di 1904. Le domande (suppliche) provenivano da cittadini di Venezia, da sudditi del Dominio, da cittadini stranieri, italiani ed europei; mercanti, artigiani, appaltatori, nobili o tecnici alle dipendenze della Serenissima, persino comunità o città.
Una commissione apposita del Senato, emettava nel caso una "ducale" con tanto di bolla e sigillo di piombo, che riconosceva i diritti di esclusiva.

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