1866, UNA PARENTESI NELLA STORIA MILLENARIA DEI VENETI

Di Ettore Beggiato
Quella che, come Veneti, stiamo vivendo dal 22 ottobre 1866 è solo una parentesi nella nostra storia plurimillenaria.
Cosa sono cento cinquanta anni di presenza italiana nel Veneto di fronte ai secoli di storia e di indipendenza Veneta?
Oltre a questo va ricordato come gli anni della presenza italiana siano caratterizzati da tutta una serie di tentativi di riproporre la "questione veneta". E questo sia nell'Ottocento, che nel tempo successivo.
Vediamo alcuni momenti recenti:
1970 - nascono le regioni e il nostro statuto è l'unico nel quale compare il concetto di popolo, nell'art. 2 si parla di autogoverno del popolo veneto: questo viene ratificato anche dal governo italiano ed è legge dello stato italiano, la nr. 340 del 1971.
b - 1983, elezioni politiche del 26 giugno.
Per la prima volta in una regione  a statuto ordinario una forza politica autonomista riesce a far eleggere due rappresentanti al parlamento italiano: è la Liga Veneta.
Sono ancora una volta i Veneti i primi ad alzare la testa contro lo stato italiano.
c -  9 maggio 1997, l'impresa degli otto "Serenissimi", un gesto ed un sacrificio determinanti a far risvegliare nel popolo veneto la coscienza della propria identità e dei propri diritti.
1998 - il Consiglio Regionale del Veneto approva la risoluzione sul diritto all'autodeterminazione.
Il simbolo del Leone, e Napoleone lo aveva capito benissimo, è molto più di una bandiera, e ha una valenza visibile, facilmente riconoscibile, e un'altra invisibile, irraggiungibile ed eterna, che sfugge a qualsiasi tipo di interpretazione, controllo, di cattura..
Paolo Rumiz, in Secessione leggera, scrive a proposito dei Serenissimi:
Così si continuò a non capire cosa aveva spaventato lo Stato. Eppure la bandiera piantata sul campanile forniva già una risposta.Era un simbolo, il segreto stava lì. Il commando si era servito della più invisibile e immateriale delle armi." Il simbolo Veneto che ritorna...

Dalla prefazione de "La grande truffa" dello stesso Beggiato. 


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